Erma dell'Ercole Farnese 1:1 in marmo bianco di Carrara

Erma dell'Ercole Farnese 1:1 in marmo bianco di Carrara

13518

Nuovo

Nostra riproduzione a grandezza naturale 1:1 della enorme testa dell'Ercole Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Scultura realizzata in marmo bianco di Carrara, con la macchina dei punti.
Tempi di produzione 73 giorni lavorativi.

Scultore: Marco Venturini
Scalpello: Gino Cuturi, Massa
Ferri: Milani Pietro & Romano, Pomezzana (Lucca)

Più dettagli

1 Disponibile

Attenzione: UNICO esemplare disponibile!

32 000,00 €



Scheda dati


Altezza 66 cm
Larghezza 52 cm
Profondità 40 cm
Peso 180 Kg
Manifattura Recuperando
Materiale Marmo bianco di Carrara

Ulteriori informazioni

L'Ercole Farnese è una scultura ellenistica in marmo alta 317 cm di Glicone di Atene databile al III secolo d.C. custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Essa risulta essere una copia dell'originale bronzea creata da Lisippo nel IV secolo a.C. Sulla roccia, sotto la clava, è presente la firma del copista Glicone, scultore ateniese del II secolo d.C.
La statua, assieme a tutta la collezione Farnese presente nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stata rinvenuta alle terme di Caracalla a Roma intorno al 1546.
Successivamente è entrata a far parte della collezione del cardinale Alessandro Farnese. Per generazioni l'Ercole è stato posto nella sala d'Ercole del palazzo Farnese di Roma, e con esso, nello stesso palazzo, vi erano collocate anche gran parte delle sculture antiche.
Nel 1787, grazie all'eredità ottenuta da Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, l'intera collezione Farnese fu trasferita a Napoli e collocata prima nella reggia di Capodimonte, edificata proprio a tal scopo, e poi, successivamente, nel Palazzo del Real Museo.
La statua fu trovata per la prima volta priva di alcuni pezzi, tra i quali i due polpacci. Così Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo, eseguì il restauro della scultura inserendo le suddette parti mancanti. Successivamente, quando furono ritrovati i due frammenti di arti inferiori, si decise di lasciare i pezzi di recente aggiunta in quanto considerati di maggior fattura. Solo durante il periodo dei Borbone di Napoli, alla fine del Settecento, si decise di ripristinare gli antichi arti sostituendoli a quelli di restauro. Oggi nel museo archeologico di Napoli è possibile vedere alle spalle dell'Ercole una parete sulla quale sono esposti i due polpacci scolpiti da Guglielmo Della Porta.
L'eroe personificava il trionfo del coraggio dell'uomo sulla serie di prove poste dagli dèi gelosi. A lui, figlio di Zeus, era concesso di raggiungere l'immortalità definitiva. Nel periodo classico, il suo ruolo di salvatore dell'umanità era stato accentuato, ma possedeva anche difetti mortali come la lussuria e l'avidità.
L'interpretazione che ne diede Lisippo rispecchiava questi aspetti della sua natura mortale e fornì all'eroe un ritratto al quale si guardò per il resto dell'antichità. Questa statua rappresenta Ercole, stanco al termine delle fatiche, che si riposa appoggiandosi alla clava, tenendo con la mano destra, dietro la schiena, i pomi d'oro rubati alle Esperidi.


 

30 altri prodotti della stessa categoria: