David di Michelangelo testa vaso da fiori terracotta denominato "David Bosso"

David di Michelangelo testa vaso da fiori terracotta denominato "David Bosso"

12253

Nuovo

Atipico vaso da fiori, realizzato con il calco 1:1 del David di Michelangelo.
La testa è stata tagliata nella parte alta per un quinto dell'altezza.
Ne risulta così un curioso vaso di grande capacità.
Il vaso è vuoto fino alla base e permette lo stivaggio di molta terra.
Terracotta dell'Impruneta.
Il Bosso (Buxus sempervirens L.) è incluso nel prezzo.

Più dettagli

1 Disponibile

4 400,00 €



Scheda dati


Altezza 96 cm
Larghezza 75 cm
Profondità 60 cm
Peso 45 Kg
Base rettangolare lato x lato 38 X 35 cm
Dimensioni interne della bocca 50 X 40 cm
Manifattura Made in Italy (Tuscany - Florence)
Materiale Terracotta Impruneta (Florence)
Nota 01 Se non volete mettere la terra può ospitare vasi ca circa 40 cm di Ø

Ulteriori informazioni

Il David è una celebre scultura, realizzata in marmo (altezza 517 cm incluso il basamento di 107 cm) da Michelangelo Buonarroti, databile tra il 1501 e l'inizio del 1504 e conservato nella Galleria dell'Accademia a Firenze. Largamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, è uno degli emblemi del Rinascimento, nonché simbolo di Firenze e dell'Italia all'estero.
Il David ritrae l'eroe biblico nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia; originariamente la statua fu collocata in piazza della Signoria come simbolo della Repubblica fiorentina, vigile e vittoriosa contro i nemici.
Il David è da sempre considerato l'ideale perfetto di bellezza maschile nell'arte[2][3], così come la Venere del Botticelli è considerata il canone di bellezza femminile[4]. Artisti ed esperti d'arte ritengono che il David sia l'oggetto artistico più bello mai creato dall'uomo.
Il 16 agosto del 1501 i consoli dell'Arte della Lana e gli Operai del Duomo di Firenze commissionarono a Michelangelo una statua di Re Davide, da collocare in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Si trattava di un'impresa che non aveva precedenti nell'arte rinascimentale e che era già stata tentata due volte. L'enorme blocco di marmo bianco destinato all'opera era infatti già stato abbozzato prima da Agostino di Duccio nel 1463-1464 e poi da Antonio Rossellino nel 1476, ma poi era stato abbandonato da entrambi per le caratteristiche non ottimali del pezzo, anche perché era stato sgrossato rozzamente e questo limitava le possibilità di intervento.


 

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