Testa di Ulisse in terracotta - Odisseo del gruppo di Polifemo

Testa di Ulisse in terracotta - Odisseo del gruppo di Polifemo

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Nuovo

Testa in terracotta, fatta a mano in Italia.
Nostra esclusiva produzione, calco di nostra proprietà, da noi realizzato.
La testa fa parte del gruppo scultoreo ritrovato nel 1957 in una grotta nella villa di Tiberio a Sperlonga.
Scultori: Agesandro, Atanodoro e Polidoro.

La base viene fornita a parte.

Abbiamo anche la versione in gesso:

Ulysses head Gesso/Plaster cast # 11783

Più dettagli

2 Disponibili

260,00 €



Scheda dati


Altezza 47 cm
Larghezza 27 cm
Profondità 27 cm
Peso 8 Kg
Artista / Ideatore / Architetto Agesandro, Atanodoro e Polidoro
Base quadrata - lato x lato 17 x 17 cm
Materiale Gesso
Misure della base (non inclusa) 14x14 cm
Nota 01 Dalla Villa di Tiberio a Sperlonga

Ulteriori informazioni

Ulisse (dal latino Ulyssēs, ma anche Ulixēs) od Odisseo (pronunciato [odisˈsεːo] o alla latina [oˈdisseo]; in greco antico: Ὀδυσσεύς [odysˈseʊ̯s], latinizzato in Odysseus, ma anche alla base del più comune Ulisse) è un personaggio della mitologia greca. Originario di Itaca detta la terra del sole, è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, l'opera letteraria che lo ha come protagonista e che da lui prende il nome.
Il vero nome di Ulisse era Odisseo, nome dal significato formidabile che gli fu assegnato dal nonno Autolico, motivandolo come "odiato dai nemici" che il nonno si era procurato, da coloro che lui farà per il primato della sua mente, "futura cagione di molte invidie". Ὀδυσσεύς Odysséus deriverebbe dal verbo greco ὀδύσσομαι odýssomai, "odiare", "essere odiato", quindi significherebbe "Colui che è odiato", ma fra i possibili significati dobbiamo citare "collerico" o addirittura "il piccolo", quest'ultima definizione si adatterebbe alla sua statura, non altissima.

Ulisse, epiteto datogli dai Romani e reso celebre da Livio Andronico (che significa "Ferito ad un'anca". epiteto formato da due parole in riferimento a una ferita riportata alla coscia in una battuta di caccia al cinghiale (nelle foreste di Castalia), è la "personificazione" dell'astuzia, del coraggio, della curiosità e dell'abilità manuale. Figlio di Anticlea moglie di Laerte dal quale ereditò il regno e di Sisifo, da parte materna Ulisse è pronipote di Ermes. Sposo di Penelope e padre di Telemaco e secondo molte tradizioni di Telegono, avuto con la maga Circe.
Odisseo aveva consultato un oracolo dal quale era stato ammonito che, se fosse andato a Troia, sarebbe tornato in patria solo dopo vent'anni e in condizioni di miseria. In seguito quando Agamennone, accompagnato da Menelao e Palamede, fece visita all'eroe per convocarlo in onore del solenne giuramento che aveva pronunciato sulle carni di cavallo, Odisseo architettò di giustificare la sua riluttanza alla guerra comportandosi come un pazzo. I tre uomini lo sorpresero con un cappello da contadino a forma di mezzo uovo mentre arava un campo pungolando un asino e un bue aggiogati insieme e lanciandosi alle spalle manciate di sale. Palamede, per verificare la sanità dell'uomo, strappò Telemaco bambino dalle braccia della madre e lo posò per terra davanti alle zampe delle bestie aggiogate all'aratro; Odisseo subito arretrò tirando le redini per risparmiare il figlio smascherando la sua macchinazione, e cedette ad arruolarsi nella spedizione.
Fonte Wikipedia

Gruppo di Sperlonga.
Il gruppo scultoreo di Ulisse che acceca Polifemo, noto anche semplicemente come Gruppo di Polifemo, è un'opera in marmo degli scultori Agesandro, Atanodoro e Polidoro, databile al I secolo d.C. circa e conservato nel Museo archeologico nazionale di Sperlonga (provincia di Latina).
Il gruppo scultoreo frammentario fu ritrovato nel 1957 in una grotta nella villa di Tiberio a Sperlonga. La vasta cavità principale della grotta era preceduta da una ampia vasca rettangolare (peschiera) con acqua marina, al cui centro era stata realizzata un'isola artificiale che ospitava la caenatio (sala da pranzo) estiva. La vasca comunicava con una piscina interna circolare (diametro di 12 m), dove era collocato il Gruppo di Scilla. Sulla cavità principale si aprivano due ambienti minori: a sinistra un ambiente a ferro di cavallo, con in fondo un triclinio, e a destra un ninfeo con cascatelle e giochi d'acqua, in fondo al quale si apriva una nicchia che ospitava il Gruppo dell'accecamento di Polifemo. Tra la piscina circolare e la vasca quadrata erano collocati poi due gruppi scultorei più piccoli: il Rapimento del Palladio e il gruppo di Ulisse che trascina il corpo di Achille (copia del quale, mutila e frammentaria è l'attuale statua del Pasquino a Roma). Una scultura con Ganimede rapito dall'aquila di Zeus era invece posta in alto sopra l'apertura della grotta.
Il gruppo scultoreo è di dimensioni colossali ed oggi è stato ricostruito nel museo con un calco in gesso, completo di integrazioni ricostruite in base ai frammenti esistenti, che permette di farsi un'idea del complesso. Per ricreare l'aspetto compositivo del gruppo ed individuare la collocazione spaziale dei singoli personaggi che ne fanno parte ci si è avvalsi come fonte iconografica di un frammento di sarcofago romano del Terzo secolo d.C., di identico tema, attualmente custodito presso il Museo Civico di Castello Ursino a Catania.
Il gigante è rappresentato ebbro e sdraiato su una roccia, circondato dai suoi aggressori, che si muovono con circospezione. Ulisse si trova più in alto ed è vicino alla testa del ciclope per assicurarsi che la punta incandescente del palo, retto da due compagni più in basso, colpisca esattamente l'occhio. Un terzo compagno, meglio conservato, assiste alla scena alzando il braccio in segno di paura, mentre l'altra mano regge l'otre col vino con il quale è stato fatto ubriacare il gigante. Ulisse, a differenza degli altri marinai, è vestito con una tunica corta e mantello, e in testa indossa il tipico berretto conico (pileus), che lo contraddistingue. La sua testa mostra evidenti affinità con quella del celebre Laocoonte, realizzato dagli stessi scultori, come testimonia un'iscrizione frammentaria trovata a Sperlonga, che riporta gli stessi nomi citati da Plinio a proposito della statua vaticana.


 

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