Testa dell'Auriga di Delfi in terracotta

Testa dell'Auriga di Delfi in terracotta

Nuovo

Testa dell'Auriga di Delfi in terracotta patinata di nostra produzione.
L'originale si trova al museo archeologico di Delfi in Grecia.

Si data al 480-470 a.C.

Abbiamo due versioni:

testa senza base 360€

testa con base in terracotta in monoblocco 540€

testa senza base con l'aggiunta di una basetta museale in marmo bianco di Carrara (10x10cm) 390€

Più dettagli

3 Disponibili

360,00 €



Scheda dati


Altezza 15 cm
Larghezza 15 cm
Lunghezza 15 cm
Peso 2 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Terracotta
Museo dove è esposto l'Originale Museo archelogico di Delfi

Ulteriori informazioni

Dissertazione sulla statua:

L'auriga di Delfi è una statua in lega di rame fra le più e importanti del periodo attico. Essa sta a raffigurare un auriga (conduttore di carro) in grandezza naturale (mt. 1,80) subito dopo la gara vittoriosa che presenta trionfalmente il proprio carro al popolo che lo acclama. La figura dell'auriga, originariamente, era completata dalla presenza di un carro con quattro cavalli, su cui si trovava in posizione eretta, e vicino un assistente che teneva le redini del cavallo sinistro. Questo blocco iniziale formava un'imponente opera dedicata ad Apollo da Polizolu, tiranno di Gela, città greca della Sicilia, figlio di Deinomedos e fratello di Seronos, per la sua vittoria durante la corsa dei carri in Pizia nell'anno 470 o 471 a.C. L'opera era collocata nel santuario di Apollo a Delfi, nella parte Nord-Ovest, fra il teatro e il muro che si chiama "Iskelaon". Il complesso dell'auriga venne smembrato e parzialmente distrutto durante il terremoto del 373 a.C., che devastì il tempio e le costruzioni vicine, infatti l'opera fu completamente seppellita dalle macerie. Comunque, per mezzo di scavi attuati da archeologi francesi nell'anno 1896, vennero alla luce: la statua dell'auriga, un pezzo della base con parte dell'epigrafe, resti dei cavalli, il carro e una mano di bambino. Tuttora la statua è custodita presso il museo della città di Delfi; le sue condizioni, sebbene la mano sinistra, mancante, sia ricoperta da una patina verdastra, sono buone. L'auriga incarna la figura di un giovane dall'aspetto atletico, dalle larghe spalle, snello; tutte caratteristiche che denotano origine aristocratica. Il giovane auriga veste la tipica, lunga tunica che veniva indossata in occasione delle corse dei carri, detta "Ksisti"; tale veste partendo dalla vita, situata in alto, arriva giù ai magri talloni, cadendo in pieghe parallele, a mì di colonna ionica; da notare che la cintura posta in alto accentua l'idea di sveltezza che la statua ci offre, inoltre è da escludere alcuna relazione con la sproporzione fra il busto, segnato dalla cintura, e la parte inferiore del corpo come si credeva si volesse allora rappresentare. Poichè l'autore ha inteso rendere il più possibile realistico l'abbigliamento dell'auriga, fissando la tunica al petto con due sottili strisce che, nel marcare le ascelle e incrociandosi dietro in alto sulle spalle, fermava il vestito al corpo affinchè non fosse eccessivamente gonfiato dal vento durante la corsa. La sua posizione racchiude, in unità di stile, dinamica e staticità. Il lungo e forte collo sostiene una testa di un ovale quasi perfetto che si allarga all'altezza delle tempie donando al volto tensione. Le piccole orecchie sono circondate da riccioli ben evidenziati, i capelli che, nella parte superiore del capo sono disordinati, appaiono aderire alla testa per il sudore provocato dalla corsa e sono fissati alle tempie e alla fronte da una larga fascia annodata con ordine dietro la nuca, che aveva decorazioni in argento e in rame ed era simbolo del vincitore. Il mento è pesante e forte, le gote sono ben definite, le labbra semiaperte, probabilmente rivestite da una sottile lamina di rame rossiccio. Gli occhi a mandorla, con le ciglia di rame simili a quelle dei bronzi di Riace, hanno il bulbo di smalto bianco e in pietra castana l'iride che è circondata da un cerchio nero richiamante la tinta intensa delle pupille, donando così allo sguardo particolare espressività e tensione. Suscita particolare attenzione il realismo con cui le parti nude del corpo, mani e piedi, sono rese. Dalle mani, premute per non far sfuggire le redini e dalle dita lunghe e sottili che stringevano, oltre alle redini, un oggetto cilindrico ("Kentro"o "Kentri"), scaturisce una forte tensione che si fonde nella vitalità delle vene gonfie ben evidenziate. Tutta la statua esprime una graduale rotazione verso destra che ha inizio da sotto, dalla posizione obliqua, ma solida, dei piedi, e si porta successivamente alle anche, alle mani, alla testa, per concludersi nello sguardo; il viso ruota verso destra e presenta una leggera asimmetria, caratteristica, questa, che conferisce una certa vivacità ed espressività. L'auriga è una composizione severa, geometrica, dove naturalismo e realismo si fondono in un'opera umana e ideale, rappresenta un momento significativo della statuaria greca in bronzo, un'epoca in cui è elevato il sentimento per il Divino. Quest'opera si attribuisce ad un contemporaneo di Lisippo e di Bacchilide, ma chi fosse, con precisione, non si sa, si propende a credere in due possibili attribuzioni: la prima riguarda Pitagora di Samo, grande plasmatore di rame, esule in quel tempo a Reggio di Calabria; la seconda riferisce l'opera ad uno scultore di Atene, Critio, o a qualche suo allievo.
a cura del prof. Giglio Italiano

La camera da letto di Gabriele D'Annunzio

La statua dell'Auriga di Delfi incombeva sul letto di D'Annunzio...

Villa la Capponcina - Settignano Firenze.

L'archivio iconografico del Vittoriale possiede una foto scattata nel 1903 dove si vede chiaramente la statua di fronte al letto del "Vate".

Di fronte al letto invece fra le due colonne, la copia patinata a bronzo dell' Auriga, Statua della manifattura di Signa regalata al Poeta da Eleonora Duse. D'Annunzio aveva potuto personalmente ammirarne l'originale nel museo di Delfi, durante il Suo secondo soggiorno in Grecia nel 1899. La madonna alla sinistra del letto è probabilmente una delle Madonne in Terracotta


 

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