Vitellio Imperatore Romano

Vitellio Imperatore Romano Visualizzazione ingrandita

Vitellio Imperatore Romano

9184

Nuovo

350,00 €



Scheda dati


Altezza 35 cm
Larghezza 30 cm

Ulteriori informazioni

Aulo Vitellio Germanico, chiamato generalmente Vitellio (Nuceria Alfaterna, 24 settembre 15 – Roma, 22 dicembre 69) è stato un imperatore romano. Originario della Campania (probabilmente di Nuceria), fu imperatore dal 16 aprile al 22 dicembre del 69, terzo a salire sul trono durante l'anno detto dei quattro imperatori.

Era figlio di Lucio Vitellio, che era stato console e governatore in Siria sotto Tiberio. Vitellio figlio fu console nel 48, e (forse nel 60 - 61) proconsole in Africa, e si dice che avesse assolto il compito con successo. Alla fine del 68 Galba, fra lo stupore generale, lo scelse per comandare l'esercito dislocato nella Germania Inferiore, e qui Vitellio si guadagnò la popolarità presso i subalterni ed i soldati per l'eccessiva prodigalità e buona disposizione, la qual cosa fu fatale all'ordine ed alla disciplina.

Lungi dall'essere ambizioso o scaltro, fu pigro ed autoindulgente, amante del mangiare e del bere, e dovette la salita al trono a Cecina Alieno e Fabio Valente, comandanti di due legioni sul Reno. Da questi due uomini fu compiuto un colpo di stato militare, ed all'inizio del 69 Vitellio fu proclamato imperatore a Colonia Agrippinense (l'odierna Colonia), o, più precisamente, imperatore degli eserciti della Germania Inferiore e Superiore.
Aulo Vitellio Germanico, imperatore romano, raffigurato in una moneta del 69.

In effetti non fu mai accettato come imperatore dall'intero mondo romano, anche se a Roma il senato lo accettò e gli attribuì i consueti onori imperiali. Egli entrò in Italia alla testa di soldati licenziosi e rozzi, e Roma divenne lo scenario di rivolte e massacri, spettacoli di gladiatori e fasti stravaganti. Appena si sparse la voce che gli eserciti dell'Est, Dalmazia e Illiria, avevano acclamato Vespasiano, Vitellio, abbandonato da molti dei suoi sostenitori, avrebbe voluto rinunciare al titolo di imperatore.

Si dice anche che le sue dimissioni fossero accettate da Primo, uno dei capi dei sostenitori di Vespasiano, ma che i pretoriani rifiutassero di permetterle, e lo costringessero a rientrare al palazzo ed a depositare le insegne dell'Impero presso il Tempio della Concordia. All'arrivo a Roma delle truppe di Vespasiano fu trascinato fuori da un miserabile nascondiglio, e portato, seminudo, legato con una spada sotto il mento per non fargli abbassare la testa, e tra gli insulti generali, sulle Scale Gemonie, e gettato di sotto. "Sì, io fui una volta il vostro imperatore", furono le ultime e, per quanto si sa, più nobili parole di Vitellio. Il corpo, trascinato via con un uncino, fu gettato nel Tevere.

Durante la sua breve amministrazione Vitellio aveva mostrato l'intenzione di governare saggiamente, ma fu completamente sotto l'influenza di Valente e Cecina Alieno, che lo indussero ad una sequenza di eccessi che misero completamente in secondo piano le sue qualità.


 

19 altri prodotti della stessa categoria: