Divinità Barbata del museo archeologico di Bacoli

Divinità Barbata del museo archeologico di Bacoli

12748

Nuovo

L'originale è sito nel Museo Archeologico di Bacoli.
L'originale di età Adrianea/Antonina è realizzato in marmo Pentelico.
Copia in gesso, fedele all'originale 1:1

Più dettagli

1 Disponibile

380,00 €



Scheda dati


Altezza 47 cm
Larghezza 26 cm
Profondità 27 cm
Peso 8 Kg
Diametro della base 19 cm
Manifattura Italiana
Materiale Gesso
Nota 01 Musei Capitolini

Ulteriori informazioni

Il Museo archeologico dei Campi Flegrei è un museo ospitato nel Castello Aragonese di Baia, nel comune di Bacoli (NA). Dal dicembre del 2014 il museo è passato in gestione al Polo museale della Campania. Il castello, per la sua posizione centrale relativamente ai principali siti archeologici dei Campi Flegrei (in prossimità delle Terme di Baia e a metà strada fra Cuma e Pozzuoli) visibili dalle terrazze e dai bastioni, è stato scelto come sede del Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Esso prevede la progressiva esposizione topografica dei più significativi reperti rinvenuti nei siti archeologici dell'area flegrea. Le sale finora attivate riguardano: i numerosi reperti provenienti dal Rione Terra a Pozzuoli; il Sacello degli Augustali di Miseno; i calchi in gesso rinvenuti alle Terme di Baia (resti di lavorazioni eseguite da scultori locali impegnati a realizzare copie di opere greche); il Ninfeo di Punta Epitaffio a Baia. Le sezioni di Liternum e di Baia risultano chiuse.
In particolare, meritano di essere osservate le ricostruzioni del Sacello degli Augustali e del Ninfeo di Punta Epitaffio. La prima sala, situata nella cosiddetta Torre Tenaglia del castello, ospita la ricostruzione della facciata del Sacello di Miseno; essa è formata da un pronao dietro il quale si innalzano alcune statue originariamente collocate nella cella interna al tempio stesso, fra le quali le statue di Vespasiano e Tito ritratte in nudità eroica.
Il Ninfeo invece fu voluto dall'imperatore Claudio ed oggi si trova sprofondato a 7 metri di profondità sotto il livello del mare a causa del bradisismo. Esso mostra una pianta rettangolare, chiusa da un'abside dove era rievocata una scena dell'Odissea; le nicchie delle pareti lunghe erano ornate con statue ispirate a prototipi ellenistici del II secolo a.C., di cui solo alcune sono state recuperate.


 

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