Stemma in maiolica - Mediceo robbiano fiorentino sei palle di Santi Buglioni

Stemma in maiolica - Mediceo robbiano fiorentino sei palle di Santi Buglioni

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Nuovo

Maiolica di nostra produzione.
Replica in maiolica di una della tante versioni degli stemmi dei "Medici".
Stemma formato a mano, non sulla base di una forma, ogni esemplare sarà leggermente diverso.
I colori sono fedeli all'originale preso ad esempio, che si trova a Firenze, Cenacolo di Ognissanti sulla facciata.

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1 Disponibile

390,00 €



Scheda dati


Altezza 46 cm
Larghezza 31 cm
Spessore 4 cm
Peso 10 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Maiolica / Majolica

Ulteriori informazioni

Venivano apposti alle facciate delle case coloniche con lo stemma della famiglia nobile della fattoria. Questa tradizione era in uso fin dalla metà del XIV secolo, tipica soprattutto della famosa famiglia degli artisti fiorentini "Della Robbia".

Famiglia dei MEDICI:I Medici sono un'antica famiglia fiorentina, furono protagonisti di centrale importanza nella storia d'Italia e d'Europa dal XV al XVIII secolo.

Oltre ad aver retto le sorti della città di Firenze prima e della Toscana poi, dal 1434 fino al 1737, ed oltre ad aver dato i natali a tre papi (Leone X, Clemente VII, Leone XI[4]) e due sovrane di Francia (Caterina e Maria de' Medici) sono noti per aver promosso la vita artistica, culturale, spirituale e scientifica del loro tempo. Le loro collezioni d'arte, di oggetti preziosi, di libri e manoscritti, di rarità e di curiosità si sono conservate praticamente integre fino ai giorni nostri e sono alla base del patrimonio di molte delle più importanti istituzioni culturali di Firenze.
La famiglia proveniva dal contado del Mugello e trae origine da un certo Medico di Potrone, nato intorno al 1046. Alcuni esponenti della famiglia, tutti discendenti di Medico di Potrone, tra il Duecento e il Trecento si guadagnarono una ricchezza ragionevole con le manifatture laniere che in quel tempo videro un periodo di boom nelle richieste, in Italia e all'estero, soprattutto in Francia e Spagna. Agli inizi del Trecento i Medici avevano già avuto due gonfalonieri di Giustizia (la massima carica della Repubblica fiorentina) e per tutta la prima metà del secolo fecero parte dell'oligarchia che dominava la città. Solitamente le fonti e la tradizione letteraria ricordano che i Medici erano originari del Mugello, la zona a nord-est di Firenze oggi comprendente i territori comunali di Barberino di Mugello, San Piero a Sieve, Scarperia, Borgo San Lorenzo e Vicchio.
Ma tale informazione non ha fondamenti documentari certi e si basa sul fatto che dal XIV secolo i Medici risultano essere proprietari fondiari della zona. Era infatti naturale per i mercanti del Duecento, che alimentavano le loro fortune economiche in città, acquistare terre nella zona del contado da cui provenivano. In compenso numerose sono le leggende fiorite soprattutto in epoca granducale (XVI-XVII secolo), quando la fantasia e la penna degli eruditi di corte si esercitavano a dar lustro alle origini della stirpe allora regnante in Toscana. Secondo un manoscritto secentesco oggi nella Biblioteca Moreniana, in epoca altomedievale i Medici furono legati agli Ubaldini, allora feudatari molto potenti nel Mugello, e almeno dal 1030 possedevano i castelli di Castagnolo e di Potrone appunto, situati presso l'odierna Scarperia.
Il manoscritto della Biblioteca Moreniana n. 24 intitolato "Origine e discendenza della casa dei Medici di Firenze", è stato attribuito a Cosimo Baroncelli (1569-1626), cameriere di Don Giovanni de' Medici. La medesima fonte riporta inoltre un racconto dai toni fiabeschi che intende nobilitare le origini della schiatta medicea e del suo stemma. Questa sorta di romanzo cortigiano presenta come capostipite un certo Averardo de' Medici – nome poi ricorrente nella famiglia fra Due e Trecento, che fu un comandante dell'esercito di Carlo Magno, imperatore nonché ‘rifondatore' di Firenze. Una volta il valoroso Averardo, mentre era impegnato a liberare il territorio toscano dall'invasione dei Longobardi, sconfisse un gigante chiamato Mugello, che terrorizzava la zona omonima dell'Alta Val di Sieve. Durante lo scontro, il gigante Mugello conficcò la propria mazza dentata (o forse le palle del flagello) nello scudo dorato di Averardo: i segni rimasti impressi sull'arma del cavaliere suggerirono l'emblema araldico delle palle o “bisanti” nel blasone mediceo.
Così, dopo la mitica impresa di Averardo, i lontani avi di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico si sarebbero trasferiti nella regione del Mugello. La notizia che i Medici si insediassero in Mugello in epoca tanto antica sembra, però, ridimensionata da un'altra testimonianza, più attendibile. Infatti, il Libro di memorie di Filigno de' Medici scritto nel 1374 ricorda che i Medici compirono i primi consistenti acquisti di terre in Mugello fra il 1260 e il 1318, mentre possedevano immobili di una certa rilevanza a Firenze almeno già dal 1169. Utilizzando gli scarsi dati disponibili, risulta in ogni caso difficile stabilire se i Medici, agli albori della loro storia siano stati proprietari terrieri molto agiati che hanno cercato in città nuove occasioni di ascesa e sviluppo oppure se invece siano stati cittadini abbienti che per estendere la loro influenza e il loro potere hanno realizzato alleanze propizie con famiglie nobili e investimenti nelle campagne. Source Wikipedia

SANTI BUGLIONI:
Santi Buglioni, nome d'arte di Santi di Michele (1494 – 1576), è stato uno scultore italiano; insieme allo zio paterno Benedetto fu antagonista dei Della Robbia.
Luca Della Robbia (il giovane) si era trasferito in Francia nel 1529, per evitare il contagio della peste, insieme a Bartolomea di Leonardo Altoviti, sposata in seconde nozze, dopo la morte per peste nel 1527 della prima moglie Agnoletta Falconieri. I Buglioni divennero gli eredi dei segreti dei Della Robbia nella lavorazione delle terrecotte invetriate e il Vasari afferma che questi segreti furono "carpiti" ai Della Robbia da una donna che frequentava la loro casa.
A Santi Buglioni è attribuita la cornice della Deposizione che si trova nell'oratorio del Museo di San Francesco a Greve in Chianti. Altre opere del Buglioni sono: il Ciborio con angeli adoranti e festoni di frutta, eseguita per la Chiesa di San Silvestro a Convertoie, ma che si trova attualmente nella Chiesa di Santa Croce a Greve in Chianti; il Tabernacolo eucaristico tra i santi Pietro e Paolo per la Chiesa di San Pietro a Cintoia, attualmente nella chiesa de La Panca.
Il Buglioni si dedicò a decorazioni architettoniche, realizzò il pavimento istoriato della Biblioteca Laurenziana su disegno del Tribolo, con spunti michelangioleschi; fece i pavimenti di Palazzo Vecchio a Firenze, il pavimento della grotticina di Madama in Boboli, commissionatogli dalla duchessa Leonora; nel 1520-1530 (circa) eseguì il Noli me tangere per il Bargello di Firenze; nel 1526-1528 (circa) eseguì la decorazione lungo la facciata dello Spedale del Ceppo a Pistoia; nel 1531 la Madonna col Bambino tra San Rocco e San Sebastiano per il Santuario di Santa Maria delle Grazie a Stia; nel 1539 fece il monumento a Giovanni dalle Bande Nere insieme al Tribolo; poi realizzò la Madonna col Bambino e i Santi Jacopo Maggiore e Giovanni Gualberto, una terracotta invetriata per l'Abbazia di Vallombrosa. Nel 1564, alla morte di Michelangelo Buonarroti, ne riprodusse la testa al naturale. Nella Pieve di San Leolino (Rignano sull'Arno) si trova un fonte battesimale esagonale di terracotta invetriata, attribuito a Santi Buglioni.
Santi Buglioni morì il 27 novembre 1576, divenuto cieco e fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, il cui Libro dei Morti lo menziona come Santi di Michele Viviani, cognome col quale sarà conosciuto il figlio e i discendenti, tra i quali Vincenzo Viviani, discepolo e biografo di Galileo Galilei.
Alcune sue importanti opere si trovano al Museo del Bargello, nella stessa sala dedicata anche a Giovanni della Robbia, che ebbe uno stile molto simile, ma è presente anche in importanti musei internazionali come il Louvre.


 

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