Calamaro Gigante in terracotta

Calamaro Gigante in terracotta

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Nuovo

Terracotta, fatto a mano dallo scultore C.Bellini.
Stupenda scultura di grandi dimensioni, rappresenta 1:1 il famoso calamaro del genere Architeuthis.
Armato in acciaio inossidabile per poter essere appeso.

Questo manufatto viene realizzato dopo l'ordine.
I tempi di produzione sono 65 giorni lavorativi.

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Più dettagli



Scheda dati


Altezza 160 cm
Larghezza 85 cm
Spessore 25 cm
Peso 60 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Terracotta
Nota 01 Disponibile in 65 giorni lavorativi

Ulteriori informazioni

I calamari giganti, ritenuti un tempo creature mitiche, sono calamari della famiglia Architeuthidae, composta da circa otto specie del genere Architeuthis. Sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni immense: stime recenti parlano di dimensioni massime di 13 metri per le femmine e di 10 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all'estremità dei due lunghi tentacoli (essendo secondo solamente al calamaro colossale, rimane comunque uno tra i più grandi organismi viventi). Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri (più lungo nelle femmine, meno nei maschi). Vi sono state voci che parlavano di esemplari lunghi fino a 20 metri, ma nessun animale di queste dimensioni è stato documentato scientificamente.
Il 30 settembre 2004 i ricercatori del Museo Nazionale di Scienze del Giappone e dell'Associazione di Whale Watching delle Ogasawara catturarono le prime immagini di un calamaro gigante vivo nel suo ambiente naturale[1]. Alcune delle 556 fotografie vennero pubblicate un anno dopo. Successivamente, il 4 dicembre 2006, lo stesso team filmò per la prima volta un calamaro gigante vivo.

Wunderkammer (Camera delle meraviglie) è un'espressione appartenente alla lingua tedesca, usata per indicare particolari ambienti in cui, dal XVI secolo al XVIII secolo, i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed esteriori.
Le Wunderkammer (Wunderkammern al plurale) furono un fenomeno tipico del Cinquecento ma traggono le loro radici dal Medioevo. Si svilupparono poi per tutto il Seicento alimentandosi delle grandiosità barocche e si protrassero sino al Settecento favorite dal tipico amore per le curiosità scientifiche proprio dell'Illuminismo.
Per un certo verso, esse si possono considerare come il primo stadio dello sviluppo del concetto di museo, sebbene non abbiano di quest'ultimo le caratteristiche della sistemazione e del metodo, ma per realizzare il quale non di rado si partì dal contenuto di wunderkammer ereditate da privati e messe poi a disposizione del pubblico.
Tutti gli oggetti che destavano meraviglia, infatti, nei secoli sopra citati, erano strettamente legati all'idea di possesso da parte dei privati: la qual cosa stimolò la crescita e la diffusione del collezionismo, fenomeno già conosciuto nell' tà.
Scopo del collezionista era riuscire ad impossessarsi, talvolta pagando cifre anche cospicue di denaro, di oggetti straordinari che provenivano dal mondo della natura o che erano stati creati dalle mani dell'uomo.
Quelli che la natura stessa forniva erano detti, con termine latino, naturalia e potevano avere in sé qualcosa di eccezionale relativamente alla forma o alle dimensioni, come, ad esempio, una coppia di gemelli con una parte del corpo in comune, animali con due teste, pesci o uccelli rari o sconosciuti, ortaggi o frutti di dimensioni superiori alla media.
Diversi ma ugualmente ambiti erano gli oggetti creati dalle mani dell'uomo, detti artificialia, particolari per la loro originalità ed unicità, fatti con tecniche complicate o segrete e provenienti da ogni parte del mondo. Tutti questi reperti erano mirabilia, ovvero cose che suscitavano la meraviglia.
Essi venivano disposti a caso in una stanza, destinata a raccoglierli, le cui pareti erano rivestite di scansie di legno dove trovavano posto barattoli di vetro contenenti parti del corpo umano immerse in un liquido che avrebbe dovuto favorirne la conservazione, feti, animali deformi, rocce o pietre rare, zanne di elefante, rami di corallo, piante rare essiccate.
Agli scaffali si alternavano armadi e stipetti. Questi ultimi ospitavano un'infinità di cassetti di ogni misura, in cui erano raccolti gli oggetti più piccoli o più preziosi, come perle deformi, pietre preziose rare, semi di frutti esotici. Piccole vetrine contenevano gioielli oppure oggetti preziosi unici nel loro genere, ottenuti con l'uso di perle deformi o rami di corallo di colore o forma assai rara.
Al tetto della camera, alle parti libere delle pareti nonché ai lati degli scaffali, venivano appesi animali essiccati, come, ad esempio, piccoli coccodrilli, lucertole, oppure ossa e denti di pesci, uccelli e mammiferi, o ancora grandi conchiglie.
Straordinariamente desiderabili apparivano i "naturalia" e gli "artificialia" provenienti da paesi lontani, al di là dai mari.
Ma non erano solo questi gli oggetti degni di far bella mostra di sé in una wunderkammer: ve ne erano altri, come libri e stampe rare, raccolte di foglie essiccate, quadri, cammei, filigrane, collane di perle e coralli, vasi, reperti archeologici, monete , tutti articoli che incrementavano un commercio che era rivolto a soddisfare le esigenze del collezionismo e che non di rado traeva sostentamento dalle falsificazioni.
Poiché però tutti questi oggetti avevano un prezzo ingente, possedere una wunderkammer degna di essere mostrata agli amici e ad illustri visitatori non era un fatto molto comune: generalmente averne una era appannaggio di re e nobili, di emeriti scienziati e di uomini dotti e ricchi, di conventi e monasteri. Questi ultimi erano stati sin dal loro primo apparire, non solo luoghi destinati ad accogliere i religiosi, ma anche fari di civiltà e custodi della cultura.
Nelle abbazie frequentemente vi erano biblioteche che ospitavano libri rari e wunderkammern dove si potevano trovare di preferenza oggetti che erano argomenti di studio per gli scienziati, o manoscritti di opere ormai introvabili altrove e persino qualche papiro egiziano.
I monasteri, poi, ricevevano donazioni, eredità, ex voto offerti in cambio delle grazie ottenute. L'accumularsi di "naturalia" e "artificialia" nelle wunderkammern diede luogo, in un certo momento, verso la fine del XVIII secolo, alla costituzione di veri e propri musei, allorché i monaci delle abbazie o i possessori privati di camere delle meraviglie decisero di ordinare e catalogare la quantità incredibile del materiale raccolto e di consentirne, sia pure con molta iniziale cautela, la fruizione al pubblico.
Wunderkammer famose furono quelle di Rodolfo II d'Asburgo (1552-1612); di Federico Augusto il Forte Principe elettore e re di Polonia (1679-1733), di cui esiste ancora la "Grünes Gewolbe", o Cripta Verde a Dresda; di Anna Maria Luisa de' Medici (1667-1743) e, fra le abbazie, di quella del Monastero di San Martino delle Scale vicino Palermo, che nei primi decenni del Settecento si trasformò in museo per poi venire smembrato nella seconda metà dell'Ottocento.


 

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