Lastra in ghisa per camino VANDEA DUE CUORI

Lastra in ghisa per camino VANDEA DUE CUORI Visualizzazione ingrandita

Lastra in ghisa per camino VANDEA DUE CUORI

1116

Nuovo

Lastra di ghisa, fondale di camino, raffigurante lo stemma della Vandea.

Più dettagli

2 Disponibili

370,00 €



Scheda dati


Altezza 52 cm
Larghezza 52 cm
Spessore 3 cm
Peso 34 Kg

Ulteriori informazioni

Il termine «Vandea», grazie alla storiografia filo-rivoluzionaria, è divenuto sinonimo di rivolta reazionaria e di resistenza contro l’affermarsi del progresso, che hanno come protagoniste popolazioni contadine ignoranti, sobillate da clero e nobili, che utilizzano il fanatismo religioso per scopi in realtà riconducibili ai loro interessi e privilegi di classe. Questa interpretazione non ha potuto essere adeguatamente controbilanciata dalla storiografia filo-vandeana, perché, a tutt’oggi, gli storici di parte rivoluzionaria hanno praticato l’occultamento dei fatti e imposto la damnatio memoriae nei confronti dei protagonisti, quindi anche dei valori che stanno all’origine della rivolta vandeana.
Renato Cirelli

La RIVOLTA DELLA VANDEA
poi il "massacro"
in nome di Dio
Insurrezione cattolica e filomonarchica (in realtà, originata da un profondo disagio della popolazione, sul quale il clero refrattario ha avuto buon gioco nel soffiare sul fuoco) dei contadini della Vandea, regione costiera della Francia occidentale, contro il governo rivoluzionario francese (1793-1796).
Alimentata dal credo religioso della popolazione contadina e dal malcontento popolare che covava da tempo per le vessatorie misure economiche e fiscali introdotte dal regime rivoluzionario, la rivolta fu innescata dall'annuncio della leva di massa, circa 300.000 uomini, decisa dalla Convenzione nazionale nel febbraio 1793.
Le ostilità verso la borghesia cittadina se erano già da tempo latenti, nel vedere che anche con la Rivoluzione, unica beneficiaria delle terre nazionalizzate erano ancora i nobili, le ostilità sfociarono in rivoluzione.
I primi scontri, iniziati a Cholet, portarono alla sollevazione del 13 marzo, guidata dai capi popolari Jacques Cathelineau, Gaston Bourdic e Jean-Nicolas Stofflet, a cui si unirono alcuni nobili realisti. In giugno i ribelli, costituitisi in "Armata cattolica e reale", si impossessarono delle città di Saumur e di Angers.
In pochi giorni seicento paesi della Vandea sono insorti contro le truppe della Repubblica, dando inizio a un tragico periodo di combattimenti fratricidi. I contadini devoti al re combattono una spaventosa guerriglia; si fanno benedire dai sacerdoti "refrattari" e poi si lanciano con coraggio inaudito, armati spesso in modo primitivo, contro gli "azzurri", i soldati della Rivoluzione
Di fronte al dilagare della rivolta nelle regioni circostanti, il governo rivoluzionario rispose con estrema durezza decretando la pena di morte per tutti i vandeani sorpresi con le armi in pugno e adottando la tattica della terra bruciata.
La controffensiva repubblicana, che sbaragliò i ribelli a Cholet (17 ottobre), poi a Le Mans e a Savenay (dicembre), costò ai vandeani 15.000 morti e fu seguita nel 1794 da feroci ritorsioni sulla popolazione civile, che fomentarono ulteriori manifestazioni di rivolta.
La situazione migliorò gradualmente dopo la rivoluzione termidoriana quando nel dicembre del 1794 il governo repubblicano liberale annunciò l'amnistia per gli insorti, concedendo ai vandeani la libertà di culto e l'esenzione dalla coscrizione obbligatoria.
Un nuovo sussulto fu provocato nel giugno 1795 in seguito allo sbarco di esuli lealisti capeggiati da François-Athanase Charette, uno dei leader storici della rivolta presso Quiberon, in Bretagna.
Nel tentativo insurrezionale che seguì persero la vita gli ultimi due capi popolari della Vandea, e nel luglio 1796 le ultime sacche di resistenza furono eliminate.
Franco Gianola


 

30 altri prodotti della stessa categoria: