Dodo (Raphus cucullatus Linnaeus, 1758)

Dodo (Raphus cucullatus Linnaeus, 1758)

11172

Nuovo

Dodo, uccello dell'Oceano Indiano, estinto nel diciassettesimo secolo.
Misure 1:1
Terracotta patinata.

Più dettagli

1 Disponibile

1 350,00 €



Scheda dati


Altezza 52 cm
Larghezza 52 cm
Lunghezza 65 cm
Peso 28 Kg
Base rettangolare lato x lato 40 x 50 x 5 cm
Manifattura Recuperando srl
Materiale Terracotta

Ulteriori informazioni

Il dodo o dronte (Raphus cucullatus, Linnaeus 1758) era un uccello columbiforme della famiglia Columbidae, endemico dell'isola di Mauritius.
Era inetto al volo, si nutriva di frutti e nidificava a terra. Si estinse rapidamente nella seconda metà del XVII secolo in seguito all'arrivo sull'isola dei portoghesi prima e degli olandesi poi.
Si crede che il progenitore del dodo sia arrivato a Mauritius dall'Asia Meridionale. Il suo progenitore più prossimo, noto da alcuni resti fossili, doveva essere lungo circa 35 cm, frugivoro ed ovviamente capace di volare.
L'ambiente favorevole, la scarsità di predatori abituali, e il clima che offriva la possibilità di limitare spostamenti e migrazioni, favorirono in questi uccelli una progressiva atrofizzazione delle ali, cui corrispose una graduale modifica delle abitudini alimentari, alla fine completamente rivolte verso una ricerca del cibo "a terra". Le modifiche strutturali selettive non interessarono solo gli arti anteriori e il becco, ma riguardarono anche le dimensioni dell'animale che aumentarono dai 35 cm di lunghezza ai 50 cm e oltre. Il peso di questi animali si attestava attorno ai 25-30 kg. Le dimensioni notevoli di questo uccello lo resero stazionario, quindi molto legato al suo ambiente. Questi elementi avvalorano la tesi che identifica uno dei fattori determinanti nell'estinzione del dodo: l'importazione da parte dell'uomo di specie alloctone, le quali danneggiarono sia direttamente (predazione) sia indirettamente (consumo frutti, distruzione o predazione uova) questa specie. I suoi parenti viventi più prossimi sono probabilmente le Colombe coronate del genere Goura e il Diduncolo (Didunculus strigirostris), il cui nome scientifico significa appunto "piccolo dodo".

Il mito secondo cui l'estinzione sarebbe stata dovuta alla caccia da parte dei marinai pare infondato; fonti sia portoghesi sia olandesi descrivono la carne del dodo come poco appetibile. Se il termine dodo deriva dal portoghese doudo (doido nel portoghese moderno), per "sempliciotto", forse inteso anche come "preda facile" probabilmente per l'impacciato movimento sulla terra ferma, il termine olandese walgvogel significa invece "uccello disgustoso".

La tesi più accreditata è che il dodo si sia estinto in seguito alla distruzione del suo habitat da parte dei coloni, che condannarono il dodo disboscando l'isola e introducendo specie animali antagoniste come cani, maiali, ratti e scimmie. È doveroso comunque ricordare un altro probabile fattore che ha contribuito all'estinzione della specie, ovvero la scarsa difendibilità della prole, dovuta alla nidificazione a terra e alla scarsa mobilità degli individui della specie. Sebbene infatti il sapore delle carni di questo uccello non fosse particolarmente gradito al palato dei coloni, le uova restavano comunque commestibili per alcune delle sopracitate specie antagoniste e per l'uomo stesso. Quest'aspetto si inserirebbe verosimilmente in un'attendibile ricostruzione del quadro di eventi che ha portato all'estinzione dell'animale.

Secondo alcune fonti, l'ultimo dodo sarebbe stato avvistato nel 1662;[2] altre riportano il 1681 come anno dell'estinzione.[3]

Informazioni tratte da Wikipedia.


 

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