Testa di Amazzone greco-romana in terracotta

Testa di Amazzone greco-romana in terracotta

2906

Nuovo

Testa di Amazzone, copia di una testa grecoromana antica.
Sono molte le raffigurazioni greche e romane dell'Amazzone, tutte hanno in comune la capigliatura.
Nostra produzione

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2 Disponibili

190,00 €



Scheda dati


Altezza 28 cm
Larghezza 18 cm
Profondità 22 cm
Peso 6 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Terracotta

Ulteriori informazioni

Le Amazzoni sono un popolo di donne guerriere della mitologia greca.
Il nome greco Ἀμαζών (amazòn) è di dubbia etimologia.
L'etimologia è riferibile al costume tradizionale attestato dalle fonti mitografiche secondo cui le Amazzoni si mutilavano la mammella destra allo scopo di tendere meglio l'arco. Da tutti gli autori viene evidenziata la relazione fra la mutilazione/occultamento degli attributi femminili e il miglioramento delle abilità guerresche reputate qualità chiaramente maschili.
Lo pseudo-Ippocrate riferisce che alle donne dei Sarmati, tradizionalmente identificate o collegate con le Amazzoni (si veda in seguito), viene bruciata la ghiandola mammaria destra tramite l'applicazione di un disco di rame arroventato. La pratica viene compiuta nella prima infanzia per impedire lo sviluppo del seno e assicurare maggior forza al braccio che tenderà l'arco.
Un riferimento ad un costume analogo delle Amazzoni viene attestato da Diodoro Siculo. Lo storico greco accenna alla mutilazione senza fornire dettagli, ma precisando che il suo scopo è quello di rendere più forti le donne guerriere. Eustazio di Salonicco, ecclesiastico ed erudito bizantino del XII secolo, nel suo commentario all'Iliade cita la pratica della bruciatura del seno nei termini e negli scopi precisati da Ippocrate («ut arcus facilius intendant»), ma riferendola alle Amazzoni del poema omerico.
Un riferimento analogo compare anche nell'Eneide di Virgilio il quale descrivendo Pentesilea, una delle loro regine, annota come il seno della donna sia compresso strettamente da una fascia d'oro («aurea subnectens exsertae cingula mammae»).
Altre fonti[senza fonte] invece considerano la Ἀ iniziale come un rafforzativo, e quindi la traduzione sarebbe "grande seno". Questo sarebbe confermato dal fatto che quasi tutte le rappresentazioni di questo popolo mostrano splendide donne con entrambi i seni fiorenti.
Altre fonti ancora[senza fonte] lo fanno derivare dal caucasico masa, "luna", e quindi si potrebbe tradurre con "sacerdotesse della luna".
Un'altra interpretazione fa risalire l'etimologia del nome all'iraniano "ha-mazan", che siglifica "donna guerriero", discostandosi quindi totalmente dal termine greco e dalla pratica dell'amputazione o della bruciatura del seno. La tesi è avvalorata dalla constatazione che non siano mai state ritrovate antiche sculture o pitture di amazzoni prive di una mammella.


 

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