Statua di Ercole in terracotta copia Musei Vaticani

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Statua di Ercole in terracotta copia Musei Vaticani

12895

Originale

Riproduzione di "Ercole" sito nei Musei Vaticani.
Nostra copia in terracotta, si fornisce con basetta museale in marmo bianco di Carrara e ferro. Base non inclusa.

Più dettagli

1 Disponibile

Attenzione: UNICO esemplare disponibile!

1 600,00 €



Scheda dati


Altezza 67 cm
Larghezza 33 cm
Profondità 24 cm
Peso 18 Kg
Materiale Terracotta

Ulteriori informazioni

Busto di Ercole giovane
vestito della pelle di Leone

Ercole (in latino: Hercules) è una figura della mitologia romana, forma italica del culto dell'eroe greco Eracle, introdotto probabilmente presso i popoli Sanniti dai coloni greci, in particolare dalla colonia di Cuma, e presso i Latini e i Sabini dal culto etrusco ad Hercle.
Per antonomasia si definisce così una persona di grande forza fisica e, in passato, il forzuto che si esibiva nei circhi e nelle fiere.

Il culto di Ercole a Roma ricalca il mito greco di Eracle, con alcune aggiunte e specificità.
Ercole era venerato il 12 agosto e aveva gli epiteti di Invitto, Vincitore, Custode. Spesso il culto era associato a fonti e specchi d'acqua.
Virgilio, nel libro VIII dell'Eneide fa arrivare Enea a Pallanteo, dove regna il re Evandro, che sta celebrando un rito in onore di Ercole. Dopo il banchetto seguito alla cerimonia, il re racconta a Enea le origini di quel rito. Ercole, di ritorno dalla Spagna con la mandria dei buoi catturati da Gerione, fa sosta nel Lazio, a quel tempo infestato dal mostruoso Caco, che ruba la mandria di Ercole e la nasconde nel suo antro; l'eroe, irato, lo scopre e lo uccide. Gli abitanti del luogo, grati per essere stati liberati dal flagello, gli dedicano un rito, testimoniato ancora ai tempi di Virgilio dall'Ara massima di Ercole Invitto, situata nel Foro boario, da cui partivano i cortei trionfali.
Poiché Ercole fu il primo mortale che riuscì a diventare dio, nei sarcofagi romani sono frequenti le raffigurazioni delle "dodici fatiche", quale simbolo delle prove che deve affrontare il defunto per raggiungere l'immortalità.
Il filosofo Seneca scrive le tragedie Hercules furens e Hercules Oetaeus; nella sua satira Apokolokyntosis sulla morte dell'imperatore Claudio, immagina ironicamente che Ercole abbia il ruolo di portinaio e buttafuori dell'Olimpo.
Alcuni Imperatori si ispirarono ad Ercole: Commodo che amava combattere nell'arena, vestito come il semidio e Massimiano Erculio che diceva di essere suo discendente e aveva una guardia del corpo dedicata, gli Herculiani.
Numerose sono le leggende che hanno Ercole come protagonista e numerosi sono i suoi figli, protagonisti a loro volta di ulteriori miti, come quello di Telefo.
Ercole era figlio di Giove, che si era unito con l'inganno alla regina Alcmena; la forza prodigiosa del bambino sarebbe scaturita dal latte di Giunone, che fu fatto bere a Ercole, mentre la dea dormiva. Più tardi l'eroe ebbe in moglie una mortale, Deianira. Un giorno, durante una delle sue imprese, Ercole e Deianira dovevano attraversare un fiume tumultuoso. L'eroe lo attraversò, ma lasciò che la moglie fosse traghettata da un centauro battelliere, Nesso, che tentò di rapire Deianira. Ercole allora colpì il centauro con una delle frecce avvelenate col sangue dell'Idra. Il centauro morente si prese la sua vendetta offrendo a Deianira il proprio sangue, e convincendola che esso avrebbe costituito un potentissimo filtro d'amore che avrebbe reso Ercole fedele a lei per sempre. Un giorno Deianira ebbe il sospetto che il suo sposo fosse un po' troppo interessato a un'altra donna. Così, dette a Ercole una tunica su cui aveva sparso un po' del sangue del centauro morente. Ovviamente il sangue era un potente veleno, dato che era stato contaminato dal sangue dell'Idra. Quando Ercole indossò la tunica avvelenata, si compì la vendetta del centauro: cominciò a essere preda di dolori lancinanti e sentì le carni bruciargli in modo talmente insopportabile da preferire la morte. Ma nessun mortale poteva ucciderlo, ed Ercole decise di darsi la morte da sé, facendosi bruciare vivo su una pira funeraria. Giove, impietosito dalla sorte del suo figlio prediletto, scese dal cielo e lo prese con sé nell'Olimpo, mettendo fine alla sua agonia.
Nell'Olimpo sposò Ebe, dea della giovinezza. Ci sono varie versioni sul genetliaco di Ercole:
    l'anniversario della nascita di Ercole è festeggiato il quarto giorno di ogni mese;
    secondo un'altra tradizione Ercole nacque quando il sole entrò nella decima costellazione (Capricorno);
    per altri quando il sole entra nella dodicesima costellazione (Pesci).


 

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