Le sfere Ø25cm in marmo del palazzo della Carovana - Pisa

Le sfere Ø25cm in marmo del palazzo della Carovana - Pisa

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Nuovo

Sfere a pianta rettangolare site sulla scala esterna del Palazzo della Carovana, ridisegnata in chiave neoclassica nel 1821.

Realiziamo queste sfere in marmo bianco di Carrara, Pietra serena e calcare bianco.
La base non necessariamente dovrà essere rettangolare.

Nostra produzione.

Più dettagli

1 200,00 €



Scheda dati


Altezza 42 cm
Diametro 25 cm
Larghezza 25 cm

Ulteriori informazioni

il PALAZZO della CAROVANA

Pisa 1567

di Giorgio Vasari

alcune informazioni sulla storia del palazzo, sull'interno e sulla facciata e sulle trasformazioni subite

 

palazzo denominato "IL PALAZZO DEI CAVALIERI"
Alla fine del mese di febbraio del 1562 Giorgio Vasari presentava dunque a Cosimo I il modello del Palazzo dei Cavalieri. Secondo il principio con cui l’architetto aveva ripensato l’intera piazza, l’edificio doveva sfruttare al massimo la vecchia struttura del Palazzo degli Anziani, rispettandone gli spazi preesistenti e unificandoli dietro un'elegante facciata.
I vantaggi economici di tale soluzione erano pari alle difficoltà tecniche: quello degli Anziani era un edificio disomogeneo, che univa blocchi stilisticamente e cronologicamente diversi. Dalla fine del Trecento esso accorpava infatti il "palazzo vecchio" (lato destro) risalente al 1286, e il "palazzo nuovo" (lato sinistro) del 1327, a loro volta composti di varie unità edilizie. Ma Vasari portò a termine in breve tempo i principali interventi strutturali e insieme la nuova costruzione del loggiato sul lato posteriore del palazzo e del prospetto che insiste sull’attuale Via Consoli del Mare. Già dal 1564 i Cavalieri poterono occupare le loro camere e il Gran Priore, data l'importanza della sua carica, abitare un appartamento dotato di diversi ambienti.
I lavori furono completati entro il 1567 ma negli anni 1577-80 proseguirono nel cortile, dove la cucina e le stanze di servizio vennero collegate al corpo principale tramite un porticato.
Nel palazzo della Carovana i neocavalieri soggiornavano per tre anni per ricevere una educazione nelle arti militari e nelle scienze: l'edificio aveva dunque la funzione di collegio e di luogo di studio, poi ripresa e potenziata con l’insediamento dal 1864 della Scuola Normale Superiore.
Tale destinazione d'uso è rispecchiata dalla scelta vasariana di uno schema conventuale sobrio e austero per l’interno, che conservava l’articolazione dell’edificio medievale. I Cavalieri accedevano ai loro "quartieri", ciascuno formato di due stanze, passando dal triplice loggiato sul retro e salendo la scala interna. Quest'ultima, costruita ex novo, rappresentava l’elemento più imponente e si sviluppava al secondo e terzo piano in una armoniosa forma aperta a tre rampe, purtroppo oggi perduta.
I lavori vasariani interessarono soprattutto le coperture: gli ambienti al piano terra furono dotati di volte a crociera o a botte, mentre quelli dei piani superiori avevano palchi ordinari in legno, fatta eccezione per i due saloni destinati alle attività collettive: la Sala delle Armi -oggi Sala Azzurra- e quella della Scherma -oggi Salone degli Stemmi-, rispettivamente al secondo e al terzo piano, adorni di eleganti soffitti a cassettoni.

L'intento di trasformare la fabbrica medievale in un palazzo dall’aspetto armonico e unitario fu felicemente raggiunto grazie all’invenzione di nuove facciate, prima fra tutte quella prospiciente la piazza. Compiuta tra il 1562 e il 1567, fu progettata da Vasari come un apparato effimero che sovrapponeva al vecchio disordine un disegno unitario e razionale: la rete delle finestre scandite da cornici in pietra, i riquadri che ospitano le decorazioni a graffito di Tommaso di Battista del Verrocchio e Alessandro Forzori di Arezzo, il gioco di chiaro-scuro e il risalto plastico di elementi architettonici e scultorei conferiscono all’insieme un’apparenza di regolarità e simmetria. In particolare l’asse centrale è sottolineato dal portone di ingresso e dalla monumentale scala a due rampe che, prima della sostituzione ottocentesca, riprendeva un modello michelangiolesco. Al primo piano la simmetria è evidenziata dai due stemmi dell’Ordine dei Cavalieri ai lati estremi della facciata che rispondono al centro allo stemma mediceo-stefaniano, posto sopra il timpano curvilineo della la porta-finestra.
Su questa grande scenografia organizzata da Vasari si dispiegava l'"orazione per immagini" delle virtù civili, militari e religiose del Granduca, Gran Maestro dell’Ordine. Tale programma celebrativo fu progressivamente integrato, tra il 1588 e il 1718, con i ritratti dei granduchi - Cosimo I, Francesco I, Ferdinando I, Cosimo II, Ferdinando II e Cosimo III – che si affacciano da eleganti nicchie sotto le finestre dell’ultimo piano.
Nei secoli successivi l’attenzione fu rivolta a nobilitare i materiali dell’edificio esterno sostituendo con il marmo alcuni elementi architettonici originariamente in macigno come il balcone, le incorniciature della porta principale e la scala esterna, ridisegnata in chiave neoclassica nel 1821.
Ma le maggiori trasformazioni riguardarono l’interno che doveva adattarsi alle riforme istituzionali della Carovana: alla fine del Settecento fu diviso il Salone dell’Armeria al piano terra, rimasto fino allora immutato anche nella sua funzione, già medievale, di deposito delle armi, e furono chiusi con vetrate gli archi del loggiato sulla facciata posteriore. Fu infine demolita la scala interna vasariana e sostituita da una nuova.

tratto dal sito della Scuola Normale Superiore

www.sns.it


 

Giorgio Vasari Arezzo 1511 - Firenze 1574

Nato ad Arezzo nel 1511, Giorgio Vasari fu una delle personalità più eclettiche e interessanti del XVI secolo. A nove anni apprese i primi rudimenti del disegno, a tredici, condotto a Firenze, fu allievo di Michelangelo, poi di Andrea del Sarto e di Baccio Bandinelli.

Nel 1531 seguì a Roma il cardinale Ippolito de' Medici. Tra il 1532 e il 1536 tornò di nuovo a Firenze e nel 1554 eseguì per incarico di Cosimo de' Medici alcune opere tra le quali le decorazioni pittoriche di Palazzo Vecchio e la progettazione della Fabbrica degli Uffizi. Negli stessi anni affrescò a Roma la cappella regia in Vaticano.

Nel 1540 cominciò a raccogliere notizie sulla vita e sulle opere degli artisti. Due anni più tardi prese ad ordinare questo materiale e a dargli forma letteraria in un'opera che intitolò " Le vite


 

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