L'albero delle Cotogne Pannello di Maiolica

L'albero delle Cotogne Pannello di Maiolica

4133

Nuovo

1 400,00 €



Scheda dati


Altezza 125 cm
Larghezza 75 cm
Spessore 1,2 cm
Peso 30 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Maiolica

Ulteriori informazioni

Cydonia oblonga, Miller, 1768: simile ai peri e ai meli, il cotogno è un piccolo albero tortuoso che produce un grosso frutto profumato: la cotogna.
Il cotogno può entrare sicuramente di diritto nella categoria dei “frutti dimenticati”. Coltivato fin dall'antichità, non ha avuto tuttavia una diffusione paragonabile ad altre specie da frutto. Ai giorni nostri è generalmente poco conosciuto, tanto che spesso viene confuso per una varietà di melo o pero mentre, in realtà, appartiene ad una specie distinta ed è classificato in un diverso genere.
I Greci lo conoscevano almeno dal VII sec. a.C. L’origine botanica di questo piccolo albero è l’Asia Minore, in cui si trovava una città dal nome di Cotonium. Presso gli antichi le cotogne furono forse apprezzate dapprima per il profumo: le mele nelle Esperidi della mitologia greca non erano rappresentate come delle arance, ma come cotogne (gli agrumi vennero introdotti più tardi nel bacino mediterraneo); i frutti che Eracle riceve dalle mani di Atlante nelle metope del tempio di Zeus ad Olimpia (450 a.C.) sono chiaramente delle cotogne.
A Sparta, secondo Pamfito citato da Ateneo nei suoi “Deipnosophistes”, si offrivano agli dei certi pomi che “hanno un profumo soave ma che non sono molto buoni da mangiare”. Questi frutti passavano tra il popolo anche come pegno d’amore e infatti, dice Plutarco, un decreto di Solone obbligava le giovani spose a mangiare una mela cotogna prima di salire per la prima volta sul letto nuziale.
La cotogna non è un frutto che si morde volentieri: aspra, molto astringente anche a perfetta maturità, essa ha bisogno di zucchero e cottura per poter piacere al palato. Ma questi suoi difetti le hanno procurato la reputazione di medicinale: Ippocrate consigliava le cotogne in caso di “sgomberi intestinali”. I medici del Medioevo e del Rinascimento la prescrivevano sia per uso interno, sotto forma di succo fresco, che per uso esterno come cataplasmi di polpa cruda. La polpa masticata era inoltre riconosciuta anche come potente antiveleno. Un po’ disdegnate ai nostri giorni e spesso rare sui mercati, le cotogne hanno invece da sempre riscosso un gran successo per le ottime confetture e gelatine di frutta che se ne ricava.

fonte: La cotogna: storia del frutto dimenticato di Giulia Bartalozzi [https://stilenaturale.com/la-cotogna/]

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