antico originale Orcio ottocentesco Ginori-Conti maiolicato

antico originale Orcio ottocentesco Ginori-Conti maiolicato

14075

Originale

Orcio toscano ottocentesco maiolicato con motivo fitoforme a verde ramina, anse plastiche a forma di angelo e stemma partito della Famiglia Ginori-Conti.
Provenienza: Famiglia Ginori-Conti
Originale ed esemplare unico della Manifattura di Signa (Firenze)

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1 Disponibile

Attenzione: UNICO esemplare disponibile!

9 000,00 €



Scheda dati


Altezza 90 cm
Diametro 58 cm
Peso 55 Kg
Artista / Ideatore / Architetto Fratelli Bondi
Antica manifattura di origine Manifattura di Signa 1895/1925
Diametro bocca esterno 30 cm
Diametro bocca interno 24 cm
Diametro della base 30 cm
Epoca storica XIX secolo 1800s
Larghezza massima 64 da manico a manico cm
Materiale Maiolica

Ulteriori informazioni

Coat of Arms of Ginori-Conti Family: in the 1st blue to the gold band loaded with three stars of 8 rays in the field and juxtaposed in the left corner of the head from a golden cornflower [Ginori]; in the 2 ° of blue to the palm tree of green on a mountain of three golden peaks [Conti].

L'orcio è in pefetto stato di conservazione. L'origine è certa e documentata. Abbiamo acquisito l'oggetto direttamente da uno degli ultimi rappresentanti della famiglia Ginori.
Esemplare unico dipinto sulla base # 566 S del catalogo della Manifattura, Libro II, tavola XX.
Raro e completo di documentazione di provenienza.

La Manifattura di Signa è uno storico laboratorio di ceramica di terrecotte. Fu creata nel 1895 per volontà di Camillo Bondi.
" All'inizio del Novecento Signa era ancora tra i maggiori centri industriali della paglia.
A quell'industria, che aveva fatto conoscere il nome del paese oltre i confini nazionali, si era aggiunta un'altra attività che, dall'ultimo lustro del XIX secolo e in uno stretto giro di anni, ne avrebbe rilanciato il nome sui mercati europei ed americani: l'industria delle terrecotte artistiche “Manifattura di Signa”, fondata a Signa (Firenze), nel 1895 da Camillo Bondi, nei locali della fabbrica "Fornaci di Signa" di proprietà del fratello Angelo.
A quel tempo, il gusto per il falso antico continuava a sedurre con tutto il suo fascino, e nella ceramica l'interesse per la tradizione aveva spinto le più importanti manifatture italiane a rivisitare forme e decori rinascimentali, raggiungendo con un'alta perizia artigianale gli antichi virtuosismi dell'istoriato e delle grottesche.
Se quelle produzioni interpretavano l'antico con eclettismo tipico dell'Ottocento, la Manifattura di Signa si prefiggeva invece la perfetta somiglianza del vero, sia attraverso le forme calcate quando possibile sull'originale, sia per mezzo di patine simulanti quelle dei marmi e dei bronzi e perfino i guasti del tempo, al fine di ottenere appunto la parvenza del pezzo autentico, sia a livello visivo come al senso tattile e, in certi bronzi, anche sonoro.
Con tale spirito prenderanno forma dalla mota dell'Arno riproduzioni di capolavori scultorei e decorativi d'ogni tempo: dalla statuaria etrusca a quella greca, dalla romana alla rinascimentale, dai vasi moreschi fino alle coeve creazioni liberty.
Il successo che ne derivò testimoniato da numerosi premi espositivi come la medaglia all'Expo Universale di Parigi del 1900, ove espose numerose terrecotte plastiche, adatte a decorare gli esterni, dalla particolare patinatura che ne rendeva migliore l'aspetto e maggiore la resistenza agli agenti atmosferici, ampliò ben presto il numero delle occupazioni e la specializzazione di giovani artisti coadiuvati dall'esperienza di scultori d'ottima fama, chiamati a Signa per nuove ideazioni dai fratelli Bondi, i geniali fondatori e conduttori della Manifattura, provenienti da una famiglia dell'alta borghesia ebraica livornese e vicini all'ambiente intellettuale e antipositivista della rivista fiorentina de “Il Marzocco”.
Con la nuova industria si generò così nelle Signe un'informale scuola di giovani maestranze che, pur sprovviste di regolare istruzione, crescendo sotto l'esperienza degli scultori e a contatto con i più sublimi modelli della classicità universale, vero e proprio concentrato dei musei del mondo, furono naturalmente stimolati ed educati al bello e alle proporzioni delle forme, tanto da divenire raffinati artigiani, plastificatori,scultori,in grado di dare vita ad altre consimili manifatture."

FONTE: Marco Moretti, Bruno Catarzi scultore, 1903-1996, Edizioni Masso delle Fate, Signa 2005.


 

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