RARO Orcio antico H.53cm Toscano per la conservazione del ghiro

RARO Orcio antico H.53cm Toscano per la conservazione del ghiro

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Nuovo

Raro orcio originale in terracotta antico, per la conservazione dei ghiri "vivi".
Il ghiro (Glis glis Linnaeus, 1766) è un roditore appartenente alla famiglia Gliridae; è l'unica specie del genere Glis.

Più dettagli

1 Disponibile

Attenzione: UNICO esemplare disponibile!

2 400,00 €



Scheda dati


Altezza 53 cm
Peso 18 Kg
Diametro massimo 38 cm
Manifattura Pistoiese
Materiale Terracotta
Nota 01 Contenitore per la conservazione dei Ghiri

Ulteriori informazioni

L'orcio in nostro possesso è probabilmente di epoca ottocentesca. In Toscana sull'appennino il consumo dei ghiri è sopravvissuto fino agli anni 50 del secolo scorso.
I ghiri venivano conservati negli orci forati (bucherellati) di tradizione antico romana, da oltre 2000 anni fino ai primi del '900 nel centro Italia si ingrassavano i ghiri in questi contenitori.

Il glirarium era un contenitore in terracotta formato da vari scomparti utilizzato per l'allevamento dei ghiri ad uso alimentare. Il consumo di questi animaletti, nel periodo etrusco e successivamente in quello romano, era particolarmente apprezzato.
Il contenitore è costituito da un vaso, generalmente in terracotta, bucherellato per consentire il passaggio dell'aria e chiuso da un coperchio sulla sommità. All'interno era presenti due o più ripiani in terracotta posti contro le pareti dello stesso e altri buchi sul fondo del vaso, in genere più numerosi di quelli ai lati. Tale struttura, facendo rimanere i ghiri al buio, facilitava il sonno.

Un ghiro ben pasciuto servito a tavola rappresentava spesso la portata più importante del banchetto ed era un chiaro indizio sulla ricchezza del padrone di casa.
Nel De re coquinaria viene descritta una ricetta che prevede l’uso del ghiro commestibile come pezzo forte di un banchetto: dopo aver farcito la carcassa dell’animale con pezzi di maiale e frattaglie tritate del ghiro stesso, occorre cuocerlo sulla brace ardente e servito con salda di miele e papavero.

I gliraria erano vasi esternamente simili a quelli impiegati per la conservazione del cibo ma erano realizzati in modo tale da rendere l’interno del contenitore una tana ideale per un ghiro: i vasai praticavano fori per la ventilazione e creavano una piccola apertura per rifornire di cibo l’animale intrappolato senza dover aprire il vaso.
Una serie di ripiani lungo il perimetro interno consentivano al ghiro di muoversi nella gabbia (una versione primitiva della “ruota per criceti”) mentre un coperchio li teneva quasi costantemente al buio.


 

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