Lo Scorticato di Houdon - Marzo 2016

Riproduzione 1:1 in gesso della testa dello Scorticato dello scultore francese Jean-Antoine Houdon (Parigi, 1741-1828)

Questa è la riproduzione 1:1 in gesso della testa dello Scorticato dello scultore francese Jean-Antoine Houdon (Parigi, 1741-1828).
Studiò a Roma, all\'Accademia di Francia, dal 1764 al 1768, periodo in cui eseguì molti studi anatomici tra cui lo Scorticato, il suo primo grande successo.
Il vantaggio dei modelli anatomici a scopo didattico prodotti in diversi materiali quali gesso, legno, cartapesta e cera, era l’assenza di limitazioni di tempo per la loro osservazione. A quei tempi le dissezioni potevano praticarsi solo d’inverno e gli spettatori dovevano trattenersi necessariamente ad una certa distanza dal cadavere e, quindi, vedevano quel che potevano.


L’origine della creazione di modelli anatomici in cera colorata deve essere attribuita ad uno sforzo comune intrapreso dal ceroplasta siciliano Gaetano Zumbo e dal chirurgo francese Guillaume Desnoues nel tardo XVII secolo.
L’uso della cera come materiale scultoreo è antichissimo: la sua plasticità a tempre relativamente basse, infatti, si presta ad una rapida realizzazione di sculture sia a bassorilievo che a tutto tondo.
I Romani, ad esempio, la usavano correntemente per la realizzazione dei ritratti degli antenati che venivano portati in processione in occasione dei funerali. Certamente tutti i grandi maestri del Rinascimento usarono realizzare modelli in cera in scala ridotta come studi preliminari per le loro sculture.
I preparati di maggiori dimensioni avevano un’armatura metallica di tubi e fili di ferro. Inizialmente veniva preparato un calco scomponibile in gesso, quando possibile direttamente sul preparato anatomico, altrimenti, rivestendo i tessuti particolarmente delicati di un sottile strato di cera di scarto, che acquistava la necessaria rigidezza, prima di gettare il gesso. Nel calco venivano poi gettate le cere fuse, queste venivano poi rifinite e corrette, e infine si applicavano le parti più delicate come vasi e nervi che generalmente avevano un’anima di filo di seta.
Con l\'avvento del Neoclassicismo quest’arte, ormai considerata ripugnante, ha continuato a sopravvivere in ambiente scientifico.

Potete visionare il dettaglio al cod. 11420 nel nostro sito web.

Ringraziamo la Dott.ssa Ballestriero per averci permesso di consultare e utilizzare il suo articolo.

Bibliografia:
Roberta Ballestriero, Anatomical models and wax Venuses: art masterpieces or scientific craft works?
Brunetto Chiarelli e Alberto Simonetta, Storia dei musei naturalistici fiorentini

Guido Frilli
Sep 02, 2016