Alessandro Magno - Ottobre 2019

L'enigmatica figura di Alessandro Magno raccontata nel bellissimo saggio edito da Adelphi.

Manufatti in marmo, terracotta e gesso di nostra produzione.

«Alessandro Magno aveva l’abitudine di tenere il collo lievemente inclinato verso sinistra, come chi indugia riflettendo intorno a se stesso o a qualcosa. Lo sguardo, colmo di “una effusa e liquida dolcezza” era quasi sempre rivolto verso l’alto, a inseguire i presagi, i cenni e le rivelazioni, che si affacciano tra le nuvole del cielo. La carnagione era bianca, delicata, con sfumature color rosso porpora sulle guance e sul petto: la pelle emanava un profumo, che impregnava le leggere tuniche di lino.» Plutarco su Alessandro III di Macedonia

Alessandro Magno testa di marmo

Testa di Alessandro Magno cod. 3463
Nostra riproduzione in marmo pario, Paros
Museo archeologico di Istanbul, II secolo a.C.
Ritrovata durante gli scavi all\'agorà di Pergamo


Tondo Alessandro Magno Ammone

Tondo di Alessandro Magno
Ammone cod. 12280

riproduzione in marmo giallo Siena
di un\'antica Tetradramma greca, 297 a.C.

«Tutte le sere prima di addormentarsi leggeva qualche verso dell’Iliade, e poi la riponeva sotto il guanciale: venerava Pindaro, amava le tragedie di Euripide, conosceva la filosofia, la matematica, la medicina e la botanica della sua epoca. Se si fosse accontentato di leggere libri, ora Alessandro sarebbe soltanto uno di quei bellissimi giovani morti anzi tempo. Ma Alessandro non era nato per questi destini modesti, oscuri e invidiabili. Così l\'efebo dalla testa inclinata diventò il più grande conquistatore che la storia abbia mai conosciuto: il modello di Pompeo e di Cesare, il sogno di Germanico, di Nerone, di Traiano, di Adriano, di Luigi XIV e di Napoleone. Nessuno toccò tanti cuori e risvegliò tante fantasie ed entusiasmi, come questo macedone che scomparve a trentadue anni, senza lasciare eredi alle spalle. […] Qualche volta l’immaginazione degli uomini sceglie una figura del passato; e vi raccoglie i suoi desideri, come accade nelle cristallizzazioni dei sogni.

 Gli Adelphi, Alessandro Magno secondo Pietro Citati

[…] Non lo amarono soltanto perché era stato un grande stratega, o il più illuminato uomo politico dell’antichità classica. La causa di questa venerazione universale fu un’altra. Mentre tutti cerchiamo di essere noi stessi, persone, Alessandro non si preoccupò di essere se stesso, il figlio di Filippo e di Olimpiade, un uomo non alto, dai capelli biondi, che sapeva a memoria le tragedie di Euripide. Egli volle imitare qualcosa che era stato, e che molti credevano morto. Con tutta la forza della passione, pose davanti agli occhi della sua mente una moltitudine di figure divine ed eroiche, e cercò di risuscitarle e di reincarnarle nella propria vita. Il suo tentativo non fu né il primo né l’ultimo, poiché tutta l’antichità classica e cristiana visse di imitazione, ma non era mai stato condotto con tale ardore e tanta grandiosa ricchezza. I modelli di Alessandro furono un dio, un semidio, un eroe e un sovrano: Dioniso, Ercole, Achille, Ciro il Grande di Persia. Mentre i suoi rivali combattevano circondati da diecimila guardie, egli era sempre alla testa delle truppe, primo nello scalar muri e torri, armato di truppe, primo nello scalar muri e torri, armato di lancia e spada, con l’elmo sormontato da un pennacchio meravigliosamente candido e grande. L’Iliade gli insegnò che poteva coltivare soltanto due passioni, le uniche epiche e nobili: l’ira furiosa e la più disinteressata amicizia. Da Ercole, avo mitico della famiglia paterna, apprese la virtù opposta: quella di sopportare con ostinata pazienza tutti i dolori del mondo; le sofferenze rapide e violente della guerra, e le sofferenze interminabili della fame, della sete, della fatica e della disperazione. Da Dioniso, Alessandro prese l’estrema mobilità, che lo trasformò in un re vagabondo, la cui vera reggia era una tenda: il desiderio e l’ansia di superare ogni limite, e quella furia di lacerazione, che ogni tanto irrompeva terribilmente nella sua vita. L’ultimo dei suoi modelli non era greco. Tra i sovrani del passato, Alessandro venerò sopra tutti Ciro il Grande: fondatore dell’Impero Persiano. Imitando l’esempio di Ciro, estese il proprio impero sino ai confini della terra conosciuta: conservò la stessa liberalità verso le tradizioni e le religioni dei popoli dominati. Non conobbe né vincitori né vinti: né Persiani né Macedoni né Greci né barbari; ma solo dei sudditi, che possedevano eguali diritti. Nessun altro uomo giunse forse a comprendere in sé tante persone diverse, distribuite attorno ad un centro, che continua a sfuggirci. Fu multiforme, molteplice: un nodo imprevedibile di contraddizioni; così che egli non ci sembra appartenere alla razza dei potenti, ma a quella degli scrittori immensi ed anonimi, Shakespeare e Balzac, che portano nel proprio grembo tutte le creature umane, le cose possibili e impossibili, le città reali e immaginarie.»
Pietro Citati su Alessandro Magno, Gli Adelphi, 1974



Testa in terracotta Alessandro MagnoTesta di Alessandro Magno cod. 1935
Nostra riproduzione in terracotta
Museo di Istanbul, II secolo a.C.
Ritrovata durante gli scavi a Pergamon

Tondo in Terracotta Alessandro Magno

 

Tondo di Alessandro Magno
con Diadema cod. 12166

Nostra libera riproduzione in terracotta
di un\'antica moneta greca della Tracia

 

Bassorilievo Alessandro Magno in gesso

Bassorilievo di Alessandro Magno a cavallo cod. 7407 riproduzione 1:1 in gesso della metopa del Partenone

Guido Frilli
Oct 11, 2019