Cesto di frutta Caravaggio piccolo in maiolica - fatto a mano

Cesto di frutta Caravaggio piccolo in maiolica - fatto a mano

5275

Nuovo

Copia accademica del famoso cesto di frutta del "Caravaggio" antecedente al 1595.
Realizzato a mano in Italia, stupendo manufatto in maiolica. Ogni frutto ed il cesto stesso sono interamente formati a mano, dunque non si avrà mai un esemplare identico all'altro.
Questo è uno dei più pregevoli articoli "artigianali" che abbiamo in catalogo.

Modello PICCOLO.

Più dettagli

2 Disponibili

740,00 €



Scheda dati


Altezza 30 cm
Larghezza 42 cm
Profondità 26 cm
Peso 4 Kg
Manifattura Made in Italy
Materiale Maiolica
Riferimenti storici Quadro del Caravaggio, c. 1599

Ulteriori informazioni

La canestra di frutta (nota anche con il nome antico di ''fiscělla'' lat. diminutivo di fiscina e di físcus 'cestello') è un dipinto a olio su tela di 31 cm di altezza e 47 di lunghezza realizzato tra il 1594 e il 1598 dal pittore italiano Caravaggio (1571-1610). È conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

È considerato l'incunabolo del genere della natura morta. L'opera sintetizza diverse esperienze, quella tardo manierista interessata ai grandi apparati naturali e dall'altro lato, nell'assolutezza della figura che il cesto colmo determina e nell'insolito punto di vista equatoriale, in cui il Merisi afferma un interesse per il soggetto inanimato non più periferico e complementare alla figura umana, ma centrale ed esauriente.

Il tema della natura morta è già documentato nell'arte ellenistica dei sec.III e II a.C. e nei mosaici di Pompei, Ercolano, Stabia (sec. I a.C - I d.C.). Oltre a ciò il tema interesso l'iconografia ricca di richiami evocativo-simbolici dell'arte religiosa. Si affermò come genere autonomo solo negli anni della Controriforma. Negli ultimi decenni del Cinquecento, lo sviluppo della natura morta si inserì all'interno del rinnovamento iconografico della pittura di devozione come conseguenza del riconoscimento, sancito dal Concilio di Trento, della capacità degli elementi naturali di stimolare la devozione religiosa con la loro semplice immediatezza. Nella cultura controriformata si sviluppò il gusto per i soggetti emblematici, allegorici, concettosi, che ebbe una notevole importanza per la fortuna della n.m. - Source Wikipedia


 


 

Nella foto: Giovane con un cesto di fiori - antecedente al 1595 - Galleria Borghese, Roma


 

Michelangelo Merisi nasce nel 1571 a Milano, città nella quale in quel tempo si trovava il padre Fermo con la moglie Lucia Aratori, per svolgervi il suo lavoro di architetto-soprintendente agli edifici di proprietà del marchese di Caravaggio, cittadina in provincia di Bergamo. Dopo i terribili anni della peste, che nel 1577 renderà vedova Lucia, nel 1584 il tredicenne Michelangelo viene collocato presso la bottega milanese del pittore Simone Peterzano. A conclusione di questo apprendistato il giovane parte per Roma dopo esser tornato per periodi brevi nel paese di origine -da cui discende il celeberrimo soprannome-almeno fino all'atto della definitiva liquidazione della sua eredità nel maggio del 1592. Dei primi tempi romani del Merisi rimangono solo le testimonianze dei biografi che tramandano notizie di relazioni con una serie di personaggi come Pandolfo Pucci, Monsignor Petrignani e due artisti importanti come Antiveduto Gramatica e il Cavalier d'Arpino presso il quale il giovane rimarrà alcuni mesi, impiegato soprattutto a dipingere fiori e frutta di illusionistica precisione.
Durante questa prima esperienza vanno collocate opere come il Mondafrutto (noto attraverso copie), il Bacchino malato e il Fruttaiolo della Galleria Borghese, ancora fortemente legate alla cultura lombrada.


 

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