Lastra in ghisa La visione di Sant'Eustachio

Lastra in ghisa La visione di Sant'Eustachio Visualizzazione ingrandita

Lastra in ghisa La visione di Sant'Eustachio

1209

Nuovo

Lastra in ghisa rappresentate il cosìdetto Cervo di Gesù e l'incontro a Tivoli con Placido, poi Sant'Eustachio.

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1 Disponibile

580,00 €



Scheda dati


Altezza 58 cm
Larghezza 76 cm
Spessore 2 cm
Peso 64 Kg

Ulteriori informazioni

Secondo la tradizione, il potente generale dell’impero romano, Placido, andando a caccia nei boschi attorno a Tivoli, si imbatté in un cervo, grande e bello, con una croce luminosa tra le corna e, sopra questa, la figura di Cristo. Il cervo parlò: «Placido, Placido, perché mi perseguiti? Io sono quel Gesù che tu onori senza saperlo». Placido, allora, si fece battezzare prendendo il nome di Eustachio; con lui divennero cristiani anche la moglie e i figli, con i nomi, appunto, di Teopista, Teopisto ed Agapio. Tornato alla rupe del prodigioso incontro, la stessa voce gli predisse che avrebbe dovuto dar prova della sua pazienza. In effetti, di lì a poco, Eustachio perse tutti i suoi beni, ebbe la moglie catturata come schiava, vide rapiti i suoi figli, fu costretto per vivere a fare il custode di campi coltivati. Ma quindici anni dopo fu richiamato a Roma dall’imperatore per fronteggiare la minaccia dei Barbari. Eustachio vinse i nemici e ritrovò i suoi famigliari. La tradizione, però, li vuole poi sottoposti a martirio. Al di là degli elementi leggendari o anacronistici indubbiamente presenti, la storia ci è parsa degna di essere ricordata […]. Intanto perché ripropone, nella luce del Nuovo Testamento, il tema di Giobbe; e ci sollecita alla pazienza nelle tribolazioni, che non risparmiano, su questa terra, i fedeli di Cristo, ed anzi sembrano accanirsi proprio contro di loro: una pazienza tanto più difficile in quanto è sempre più diffusa intorno a noi (e non si fa sentire anche in noi?) la pretesa ad una sorta di diritto costante al completo e perfetto bene-essere (cosa diversa del benessere). Poi perché ci ripropone il nostro dovere di gratitudine verso i santi martiri: un esempio da tener sempre presente perché la prospettiva della persecuzione accompagna costantemente la storia della Chiesa.

Marco Tangheroni,
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, p. 40


 

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