Formella in terracotta dell'Abbazia di Nonantola "l'Enigma di Sansone"

Formella in terracotta dell'Abbazia di Nonantola "l'Enigma di Sansone"

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Nuovo

Copia in terracotta della formella denominata "L'Enigma di Sansone", sita nell'Abbazia di Nonantola. Patinata a regola d'arte.
Scolpita da Wiligelmo e dalla sua scuola nel 1117 d.C.
Nostra esclusiva produzione.

Più dettagli

2 Disponibili

110,00 €



Scheda dati


Altezza 38 cm
Larghezza 32 cm
Spessore 4 cm
Peso 3 Kg
Materiale Terracotta

Ulteriori informazioni

ET DE FORTE DULCEDO, DE COMEDENTE CIBUS ~ parafrasi dell'indovinello posto da Sansone ai Filistei dopo aver trovato del miele nel corpo del leone.


Wiligelmo (probabilmente da Willelmus, Guglielmo) (XI secolo – XII secolo) è stato uno scultore italiano, uno dei primi a firmare le proprie opere in Italia.
Forse originario della diocesi di Como come forse Lanfranco[1], scolpì i rilievi del duomo di Modena verso il 1099 e probabilmente fu anche l'architetto responsabile dell'edificazione della facciata e della parte anteriore della cattedrale modenese. È il più importante maestro della scultura romanica in Italia, dotato nelle sue opere di una forza vitale e di un senso della narrazione impareggiabile per i suoi seguaci, superato pienamente forse solo da Nicola Pisano, oltre un secolo più tardi.


L'abbazia di Nonantola è l'edificio monastico che fu sede di un'importante abbazia benedettina, sito nel comune di Nonantola in provincia di Modena.
L'abbazia fu fondata nel 752 dall'abate Anselmo sul territorio ricevuto in dono dal proprio cognato, il re Astolfo. Anselmo da laico era stato duca del Friuli ed era poi diventato monaco benedettino. Per i longobardi la fondazione dell'abbazia dava la possibilità di accrescere l'influenza longobarda nella fascia che aveva costituito il confine con l'esarcato bizantino appena conquistato e incoraggiava la valorizzazione agricola della zona.
Nella donazione era ricompreso, oltre a un vasto territorio per lo più paludoso intorno al luogo dove è stata costruita l'abbazia, anche un vasto possesso di boschi nella zona appenninica di Fanano.

La chiesa abbaziale fu dedicata a Maria Vergine ed a San Benedetto, poi ai santi Apostoli, successivamente a San Silvestro, quando avvenne la traslazione di questo papa da Roma a Nonantola. A tutt'oggi l'abbazia custodisce alcune reliquie dello stesso san Silvestro.

L'abbazia subì il saccheggio degli Ungari nell'899 e il terremoto del 1117, ma continuò a svolgere un ruolo importante, non solo di carattere religioso. Fu la sede dell'incontro fra papa Marino e l'imperatore Carlo il Grosso e il luogo di sepoltura di papa Adriano III.
L'importanza storica dell'abbazia e il suo ruolo nella bonifica agraria di una vasta parte della pianura modenese non trova una corrispondente importanza dal punto di vista architettonico. La costruzione dell'attuale chiesa, in stile romanico, è iniziata a partire dall'VIII secolo dal coevo monastero benedettino di cui si sono conservate le sale del refettorio. Sono attribuite ad allievi di Wiligelmo (che aveva operato nel duomo di Modena) le decorazioni del portico, in particolare due leoni stilofori ed alcune formelle di marmo, tra cui quella con l'Adorazione dei Magi. La cripta presenta 64 colonne che secondo l'uso del tempo hanno capitelli di stili diversi (sono infatti di diversa provenienza, recuperati e riutilizzati nel restauro del 1913-17).

Fonte Wikipedia.


 

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