Zeus di Capo Artemision - testa terracotta - Cronide

Zeus di Capo Artemision - testa terracotta - Cronide

Nuovo

Il Cronide di capo Artemisio o Zeus di capo Artemisio.
Nostra riproduzione in terracotta.
Fatto a mano in Italia.

Più dettagli

1 Disponibile

320,00 €



Scheda dati


Altezza 38 cm
Larghezza 28 cm
Lunghezza 34 cm
Peso 8 Kg
Manifattura Recuperando srl
Materiale Terracotta patinata

Ulteriori informazioni

Il Cronide di capo Artemisio è una statua bronzea (h. 209 cm) dell'antica Grecia, databile al 480-470 a.C. circa e conservata nel Museo archeologico nazionale di Atene. Fu ritrovata nei fondali marini antistanti capo Artemisio, nell'odierna Eubea, ed è una delle pochissime opere bronzee originali che ci sono giunte.
Il ritrovamento della statua avvenne nel 1926, anche se il recupero fu completato nel 1928. Essa si trovava nei pressi di un relitto databile intorno al 200 a.C., del quale si sa poco, in quanto la spedizione di recupero fu interrotta a causa della morte di un sub e mai più ripresa. Si presume che la nave fosse di origine romana, una delle tante navi che all'epoca solcavano quei mari per portare elementi di arte greca verso Roma. Anche se così fosse, a causa dell'interruzione dell'operazione di recupero, non è ancora chiaro se la statua fosse imbarcata sul vascello o meno.
Si è cercato senza successo di accostare il Cronide a uno dei grandi bronzisti greci dell'epoca, i cui nomi ci sono stati tramandati dalle fonti: Onata di Egina, Pitagora di Reggio o Calamide. La mancanza però di opere certe e l'inesistenza di accenni diretti al dio di Capo Artemisio rendono impossibile formulare un'attribuzione sicura.
La statua rappresenta una figura maschile nuda protesa nel lancio di qualcosa in avanti: guardando il busto frontalmente, le gambe sono saldamente poggiate a terra e ruotate verso destra. Il peso del corpo è sulla gamba sinistra e con quella destra, invece, cerca di darsi la spinta. Le braccia sono entrambe distese all'altezza delle spalle e il volto è ruotato sempre verso sinistra fissando un obiettivo. Il braccio sinistro è nell'atto di prendere la mira e quello destro è teso indietro, ma non è chiaro cosa la statua dovesse tenere nella mano destra, forse un fulmine oppure un tridente (si tratterebbe quindi di una figura di Zeus o, rispettivamente, di Poseidone, entrambi figli di Crono, da cui il nome Cronide), o qualcos'altro. Il volto barbuto e con l'acconciatura finemente cesellata è tipico delle statue di divinità.
Lo scultore voleva indicare movimento dinamico, con l'apertura delle gambe, detta a "forbice", restando attento all'equilibrio compositivo, che per i greci stava a simboleggiare qualità interiori. Braccia e gambe nel complesso formano un chiasmo, ovvero una figura simile alla lettera chi dell'alfabeto greco (χ), secondo una modalità compositiva assai in voga nel periodo arcaico; rispetto a atleti precedenti è chiaro però come il Cronide sondi maggiormente lo spazio circostante con la posa aperta, sebbene sia ancora prevalente una visione di tipo frontale.
Si presume che in origine negli occhi ci fossero inserti in avorio, che le sopracciglia fossero rivestite in argento e che le labbra e i capezzoli fossero rivestiti in rame.

Dissertazione sulla statua
Pescatori di Skiatos (isola greca vicino ad Evia) trovarono, nelle acque presso il Capo Artemision nell'anno 1926, il braccio sinistro della statua e due anni dopo fu trovato il corpo. La statua che, senza alcun dubbio, faceva parte del carico di una nave diretta a Roma e che affondò, è nota comunemente come "Poseidone di Istea", o "Nettuno con il tridente", o atleta che lancia il giavellotto, o addirittura "Zeus", è alta mt.2.09 ed è la più importante statua in bronzo che ci sia finora pervenuta in quasi perfetto stato di conservazione. L'opera coglie pienamente l'ideale della bellezza umana degli dei che si possedeva nell' tà, e trova la sua evidenza formale nel movimento possente del gesto. Ha i piedi in posizione opposta, versa il suo peso sul piede sinistro, stende le braccia e con la mano destra scuote il tridente o il giavellotto. I capelli sono ordinatamente legati intorno alla testa e alcuni riccioli cadono senza cura sulla fronte. La statua a prima vista ricorda l'"Apollo dell'ombelico", che anonimi attribuiscono al grande scultore del V secolo "Xàlami"; infatti, scrittori , facendo riferimento alle opere di Xàlami, richiamano alle caratteristiche generali della sua arte che trovano riscontro appunto nel Poseidone.
Tratto da una ricerca redatta dal liceo Classico "N. Pizi" di Palmi
corso del Prof.
Giglio Italiano

 


 

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