Lisimaco, busto in terracotta di epoca Augustea - nostra copia

Lisimaco, busto in terracotta di epoca Augustea - nostra copia

1948

Nuovo

Busto in terracotta di Lisimaco, generale Macedone al seguito di Alessandro Magno. Nostra riproduzione della copia di epoca Augustea del Museo Nazionale di Napoli (23 a.C.-14 d.C.) da originale del II secolo a.C. - Terracotta patinata.
Il nostro esemplare proviene dalla forma dell'antica "Manifattura di Signa"

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2 Disponibili

980,00 €



Scheda dati


Altezza 55 cm
Larghezza 30 cm
Profondità 25 cm
Peso 15 Kg
Artista / Ideatore / Architetto Greco II sec. a.C.
Base rotonda diametro Ø 22 cm
Manifattura Hand made in Italy
Materiale Terracotta Impruneta (Florence)
Museo dove è esposto l'Originale Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Catalogazione museale numero 6141
Nota 01 Presente nel catalogo della "Manifattura di Signa" Tavola XCI (91) numero 1414 erroneamente indicato come Arato Museo Naz. di Napoli.
Riferimenti storici Copia Augustea (23 a.C.-14d.C.) da originale del II sec. a.C.

Ulteriori informazioni

Lisimaco (Pella ?, 361 a.C./355 a.C. – Corupedio, 281 a.C.) è stato un sovrano e militare macedone antico.
Fu uno dei diadochi di Alessandro Magno, satrapo e poi re di Tracia, dell'Asia minore e della Macedonia.
Partecipò alla spedizione in Asia al seguito di Alessandro Magno, del quale era guardia del corpo. Alla morte del re (323 a.C.), dalla spartizione dell'impero macedone ottenne la satrapia di Tracia.
Nel 315 a.C. si alleò con Seleuco, Tolomeo e Cassandro contro Antigono in una guerra che durò fino al 311 a.C. Sull'esempio degli altri diadochi, nel 306 a.C. si proclamò re, facendo di Lisimachia la sua capitale.
Rinnovata l'alleanza con Seleuco, vinse Antigono a Ipso nel 301 a.C., annettendo l'Asia minore ai suoi territori. Nel 288 a.C., dopo aver sconfitto Demetrio con l'aiuto di Pirro, divenne re di Macedonia, giungendo all'apice della sua potenza.
Nel 284 a.C. fece uccidere il figlio Agatocle, con l'accusa di congiura nei suoi confronti e, nella guerra contro Seleuco che ne seguì, morì nella battaglia di Corupedio del 281 a.C.

La Manifattura di Signa è uno storico laboratorio di ceramica di terrecotte. Fu creata nel 1895 per volontà di Camillo Bondi.
" All'inizio del Novecento Signa era ancora tra i maggiori centri industriali della paglia.
A quell'industria, che aveva fatto conoscere il nome del paese oltre i confini nazionali, si era aggiunta un'altra attività che, dall'ultimo lustro del XIX secolo e in uno stretto giro di anni, ne avrebbe rilanciato il nome sui mercati europei ed americani: l'industria delle terrecotte artistiche “Manifattura di Signa”, fondata a Signa (Firenze), nel 1895 da Camillo Bondi, nei locali della fabbrica "Fornaci di Signa" di proprietà del fratello Angelo.
A quel tempo, il gusto per il falso antico continuava a sedurre con tutto il suo fascino, e nella ceramica l'interesse per la tradizione aveva spinto le più importanti manifatture italiane a rivisitare forme e decori rinascimentali, raggiungendo con un'alta perizia artigianale gli antichi virtuosismi dell'istoriato e delle grottesche.
Se quelle produzioni interpretavano l'antico con eclettismo tipico dell'Ottocento, la Manifattura di Signa si prefiggeva invece la perfetta somiglianza del vero, sia attraverso le forme calcate quando possibile sull'originale, sia per mezzo di patine simulanti quelle dei marmi e dei bronzi e perfino i guasti del tempo, al fine di ottenere appunto la parvenza del pezzo autentico, sia a livello visivo come al senso tattile e, in certi bronzi, anche sonoro.
Con tale spirito prenderanno forma dalla mota dell'Arno riproduzioni di capolavori scultorei e decorativi d'ogni tempo: dalla statuaria etrusca a quella greca, dalla romana alla rinascimentale, dai vasi moreschi fino alle coeve creazioni liberty.
Il successo che ne derivò testimoniato da numerosi premi espositivi come la medaglia all'Expo Universale di Parigi del 1900, ove espose numerose terrecotte plastiche, adatte a decorare gli esterni, dalla particolare patinatura che ne rendeva migliore l'aspetto e maggiore la resistenza agli agenti atmosferici, ampliò ben presto il numero delle occupazioni e la specializzazione di giovani artisti coadiuvati dall'esperienza di scultori d'ottima fama, chiamati a Signa per nuove ideazioni dai fratelli Bondi, i geniali fondatori e conduttori della Manifattura, provenienti da una famiglia dell'alta borghesia ebraica livornese e vicini all'ambiente intellettuale e antipositivista della rivista fiorentina de “Il Marzocco”.
Con la nuova industria si generò così nelle Signe un'informale scuola di giovani maestranze che, pur sprovviste di regolare istruzione, crescendo sotto l'esperienza degli scultori e a contatto con i più sublimi modelli della classicità universale, vero e proprio concentrato dei musei del mondo, furono naturalmente stimolati ed educati al bello e alle proporzioni delle forme, tanto da divenire raffinati artigiani, plastificatori,scultori,in grado di dare vita ad altre consimili manifatture."

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