Piastrella in maiolica Delft Hannoversch - terzo cane

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Piastrella in maiolica Delft Hannoversch - terzo cane

11918

Nuovo

Blu cobalto ed ossido d'alluminio. Nostra esclusiva produzione.
Piastrelle con classici motivi Delft prodotte all'inizio del XIX secolo ad Annoversch Munde.
Descritte nel bel libro "Delft ceramics" di Hans Van Lemmen.
Cavaliere d'Italia (nidificante in Olanda nelle isole Frisone).

Più dettagli

4 Disponibili

24,00 €



Scheda dati


Spessore 1,5 cm
Peso 0,6 Kg
Lato X Lato 15 X 15 cm
Manifattura Recuperando srl
Materiale Maiolica Blu Delft

Ulteriori informazioni

Il mito della ceramica di Delft è nato certamente grazie all'imprenditoria Olandese ma anche grazie ad artigiani italiani (Napoletani) immigrati dall'Italia in epoca rinascimentale.
Con il termine ceramica di Delft o maiolica di Delft si indica un celebre prodotto artigianale dei Paesi Bassi, in particolare della città di Delft. Il termine ceramica di Delft è passato ad indicare tutta la produzione ceramistica olandese. Questa ceramica è stata esportata in tutto il mondo, le origini risalgono alla fine del XVI secolo. Il prodotto, uno dei principali del genere in Europa tra il 1600 e il 1800, si caratterizza solitamente per le decorazioni di colore blu ed è per questo conosciuto anche come "blu di Delft" (in olandese: Delfts blauw). Detto blu non è altro che il Blu cobalto usato nel Sud Italia fin dal tredicesimo secolo.
Tra i principali ceramisti olandesi, in particolare dello stile Art Nouveau, vi fu TAC Colenbrander (1841-1930).
La produzione ceramistica fu introdotta nei Paesi Bassi nel XVI secolo su influsso della popolarità della maiolica italiana e spagnola. In particolare, artigiani immigrati dall'Italia si stabilirono ad Anversa verso il 1500, e poi a Delft e Haarlem dopo la Furia spagnola del 1576.
I primi motivi ornamentali erano rappresentati da soggetti tipicamente olandesi, come fiori e animali.
All'inizio del XVII secolo, furono aperte fabbriche di ceramica in varie città olandesi, segnatamente a Bolsward, Gouda, Harlingen, Hoorn, Utrecht e Makkum, anche se la produzione si concentrò soprattutto a Delft.
Tale produzione subì tuttavia la concorrenza della più raffinata porcellana cinese.
In seguito, però, i ceramisti olandesi - approfittando anche della crisi del mercato cinese, a causa di problemi interni in quel paese - iniziarono, a partire dalla metà del XVII secolo, ad adottare il modello cinese, disegnando piatti e vasi eleganti, su cui raffigurarono paesaggi olandesi.
Così, nel 1652, esistevano 32 fabbriche di ceramica a Delft, tra cui De Porceleyne Fles, che sopravvive tuttora.
Tale produzione raggiunse il suo periodo di massimo splendore tra il 1660 e il 1725.
In seguito, la produzione ceramistica olandese tornò in auge quando si diffusero gli stili Art Déco ed Art Nouveau.

Per chi volesse approfondire consigliamo la lettura del piacevolissimo romanzo: Il cappello di Vermeer. Il Seicento e la nascita del mondo globalizzato.
Di Timoty Brook, edito in Italia da Einaudi.
Guido Frilli 07/02/2017

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