Fufluns Dionisio Bacco Etrusco testa in terracotta



                                

Codice articolo: 1921
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Articolo tratto da Archeo numero 8, agosto 2009 di Daniele F. Maras, "Fufluns, il vino e i misteri"
Si contano molte raffigurazioni di Fufluns dall’epoca arcaica fino a quella recente, che dimostrano come il dio etrusco fosse stato assimilato in tutto e per tutto al Dioniso dei Greci, fino a ereditarne l’iconografia e la mitologia.
Insieme al frutto della vite, giungono in Italia, provenienti dalla Grecia, l’immagine e le celebrazioni del dio Dioniso che, nella sua nuova identità etrusca, accoglie la memoria di un’antichissima radice italica, legata al mondo vegetale e al culto della fertilità. Nell’immaginario figurativo degli Etruschi è piuttosto precoce la comparsa di Dioniso la cui iconografia fu accolta dal mondo greco di pari passo con l’importazione e l’imitazione del vasellame decorato sul quale l’immagine del dio era spesso raffigurata. Tale rapida accoglienza deriva dalla stretta connessione della divinità con il consumo del vino, che dalla Grecia arriva in Etruria, con tutto il valore cerimoniale e sociale del simposio, carico di aspetti religiosi posti sotto la tutela di Dioniso e della sua cerchia. Il nome del dio etrusco però non è attestato prima del V secolo a.C. quando le iscrizioni votive che lo menzionano certificano la stretta identificazione del locale Fufluns con il greco Dioniso. Non è facile ricostruire le fasi più antiche del culto della divinità e del suo accoglimento nel pantheon etrusco. Nel nome Fufluns si riconosce una forma di derivazione italica, probabilmente umbro-sabina, che i in origine doveva designare un dio della vegetazione *Foflo-nos, dalla stessa base di flora e flos, il fiore. L’unica testimonianza dell’originaria connessione del dio con il mondo italico viene da uno specchio inciso, da Orvieto, in cui Fufluns è posto in stretta associazione con Vesuna, una grande dea umbra della fertilità. Il passaggio logico da una divinità fondamentalmente agricola al dio della vite e del vino è facilmente comprensibile. La più antica menzione etrusca di Fufluns in un contesto votivo viene dal santuario dell’area Sud di Pyrgi [il porto di Caere, i cui resti si trovano nell’area del Castello di Santa Severa]. Un’iscrizione sotto il piede di un cratere attico dei primi decenni del V secolo a.C. recita: mi fuflunusra, ovvero “io (sono) il dionisiaco”. Nell’iconografia funeraria, alcuni elementi simbolici come il kantharos, il cerbiatto o il rotulo [foglio di pergamena arrotolato con indicazioni scritte per l’iniziato] dimostrano la diffusione capillare dei misteri dionisiaci presso la popolazione etrusca almeno dalla fine del VI secolo fino al tardo ellenismo, periodo in cui i misteri dionisiaci iniziarono a essere duramente repressi da Roma per scongiurare la diffusione delle associazioni di iniziati che, propagandosi dall’Etruria e dalle Campania, rischiava di corrompere i giovani con effetti destabilizzanti per lo Stato.

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Larghezza: 13
Altezza: 18
Profondità: 15
Peso: 0,5
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Materiale: Terracotta


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