Grandi leoni in pietra Veneziani scolpiti a mano



                        

Codice articolo: 13779
Prezzo: 5.800,00 €

Nel 1687, a conclusione della campagna militare che aveva portato alla sciagurata deflagrazione del Partenone, il condottiero veneziano Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco, riportò in patria come bottino di guerra alcune sculture antiche: le più note sono senza dubbio i Leoni, tutti originali d'arte greca, che, considerati allora come immagini di particolare significato simbolico, anche per l'immediata assimilazione al leone marciano, vennero collocati accanto alla Porta da Terra dell'Arsenale, cuore della produzione navale e nucleo della potenza marittima della Repubblica.
Sulla sinistra dell'ingresso monumentale sorge il colossale Leone del Pireo, proveniente dal porto di Atene, cui aveva dato il nome di "Porto del Leone" o "Porto Lione", diffuso presso i navigatori d'Occidente. L'animale si presenta seduto sulle zampe posteriori, le anteriori tese, il corpo eretto; la tipologia e i caratteri stilistici, in particolare la ricerca naturalistica e la sensibilità nella resa dei dettaglia anatomici, sembrerebbero orientare la datazione verso la seconda metà del IV secolo a.C. I confronti più stringenti si individuano nel colossale Leone di Cheronea, posto sulla sepoltura collettiva dei caduti macedoni nella battaglia del 338 a.C., e in quello di Amphipolis, pure a destinazione funeraria, di qualche decennio più recente. Se nell'esemplare dell'Arsenale il muso mostra segni di rilavorazione, riconducibili all'epoca del Morosini, risulta invece intatto il corpo, fatta eccezione per le due incisioni runiche lasciatevi dai Varangi, mercenari inviati da Bisanzio ad Atene nel 1040 per sedare una rivolta.
Il secondo dei Leoni portati dal Morosini, cosiddetto ‘Leone dell'Hephaisteion', ora sulla destra della Porta dell'Arsenale, è di diversa tipologia - in quanto l'animale vi è raffigurato completamente accovacciato a terra - ma verosimilmente di analoga datazione, al IV seolo a.C., e sempre di origine attica: sembra provenire dalle vicinanze della Via Sacra, tra Atene ed Eleusi, ove svolgeva con ogni probabilità la funzione di monumento funerario. La testa attualmente visibile non è pertinente.
Altro esemplare dal bottino di Francesco Morosini, quello oggi all'estrema destra della Porta, accanto al Rio dell'Arsenale, è opera di minori dimensioni, di più modesto livello qualitativo, che si ritiene non identificabile come rappresentazione di un leone, bensì di un cane accovacciato, per la precisione una sorta di mastino o pseduo-molosso; anche in questo caso la cronologia si definisce entro la seconda metà del IV secolo, intorno al 320 a.C. La testa è chiaramente di restauro.
L'ultimo Leone dell'Arsenale è di tutti il più antico; collocato in un momento successivo rispetto agli altri, in ricordo della riconquista veneziana di Corfù del 1717, proviene dalla Terrazza dei Leoni sull'isola di Delos nell'arcipelago delle Cicladi, sede di un importante e celebre santuario di Apollo, tra le cui rovine sono ancora visibili cinque esemplari analoghi. Il tipo del leone seduto sui posteriori è qui interpretato attraverso forme stilizzate, secondo schemi che rivelano tangenze con l'arte orientale; lo stile arcaico che caratterizza il corpo - mentre la testa è moderna - indica, insieme ai dati acquisiti grazie alle evidenze archeologiche, una cronologia molto alta, addirittura alla fine del VII secolo a.C.


Arsenale di Venezia
Castello, 2737/F
30122 Venezia

Fonte: http://scultura.veneto.eu/

Le misure sono espresse in Cm. e Kg.
Larghezza: 38
Altezza: 110
Profondità: 60
Peso: 240
Manifattura: Made in Italy
Materiale: Calcarenite veneta
Riferimenti storici: Leoni dell'arsenale di Venezia


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