Pan Fauno - terracotta patinata



                                

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Il dio Pan (Fauno nella mitologia romana) era, nella mitologia greca, una divinità non olimpica dall'aspetto di un satiro legata alle selve e alla natura. Era solitamente riconosciuto come figlio del dio Ermes e della ninfa Driope.
Il nome Πάν deriva dal greco paein, cioè "pascolare", e infatti Pan era il dio pastore, il dio della campagna, delle selve e dei pascoli. Il nome è però simile a πᾶν, che significa "tutto". La figura mitologica ricalca l'eroe solare vedico Pushan, il cui nome, dal verbo sanscrito pūṣyati, significherebbe "colui che fa prosperare". Inoltre è assimilato a Phanes "che porta la luce", altro nome di Protogono "primo nato". In alcuni miti infatti è descritto come il più antico degli Olimpi, se è vero che aveva bevuto con Zeus il latte da Amaltea, allevato i cani di Artemide e insegnato l'arte divinatoria ad Apollo. Venne inoltre notoriamente associato a Fauno, versione maschile (poi figlio, fratello o marito, a seconda del mito) di Fauna, e come tale era lo spirito di tutte le creature naturali, più tardi legato anche alla foresta, all'abisso, al profondo.

Dal suo nome deriva il sostantivo panico, originariamente timor panico o terror panico, poiché il dio si adirava con chi lo disturbasse emettendo urla terrificanti, provocando così una incontrollata paura. Pausania scrive che i Galli, saccheggiando la Grecia, videro nel tempio di Delfi la statua del dio Pan, e ne furono così tanto spaventati, che fuggirono; alcuni racconti ci dicono che lo stesso Pan venne visto fuggire per la paura da lui stesso provocata. Ma il mito più famoso legato a questa caratteristica è la titanomachia, durante la quale Pan salva gli Olimpi emettendo un urlo e facendo fuggire Delfine.

Plutarco nel suo De defectu oraculorum racconta di come Pan sia stato l'unico dio a morire. Durante il regno di Tiberio (14–37), la notizia della sua morte venne rivelata a tale Tamo (Thamus), un mercante fenicio che sulla sua nave diretta in Italia sentì gridare, dalle rive di Paxos: "Tamo, quando arrivi a Palodes annuncia a tutti che il grande dio Pan è morto!". Gli studiosi si dividono tra il significato storico e quello allegorico. Secondo Robert Graves, per esempio, il grido non fu Thamous, Pan ho megas tethneke, "Tamo, il grande dio Pan è morto", ma Tammuz Panmegas tethneke, "L'onnipresente Tammuz è morto", cioè il dio babilonese della natura, a indicare così la fine di un'oscura era politeista, di cui aver "timor panico", e l'inizio di un nuovo mondo sotto la luce di Cristo, morto appunto sotto l'impero di Tiberio (così Eusebio di Cesarea nel suo Praeparatio Evangelica).
La genealogia di Pan è controversa. La più accreditata è quella dell'Inno omerico, in cui vengono indicati quali genitori il dio Ermes e la dea Persefone.

È un dio potente e selvaggio, esteriormente è raffigurato con gambe e corna caprine, con zampe irsute e zoccoli, mentre il busto è umano, il volto barbuto e dall'espressione terribile. Vaga per i boschi, spesso per inseguire le ninfe, mentre suona e danza. È molto agile, rapido nella corsa ed imbattibile nel salto.
È principalmente indicato come dio Signore dei campi e delle selve nell'ora meridiana, protegge le greggi e gli armenti, gli sono sacre le cime dei monti. Tradizionalmente, indossa una nebris, una pelle di cerbiatto.
La leggenda vuole che la ninfa Driope sia fuggita terrorizzata dall'aspetto deforme del figlio, mentre il dio Ermes lo raccolse e, avvoltolo amorevolmente in una pelle di lepre, lo portò sull'Olimpo per far divertire gli dei, causando così l'ilarità di Dioniso.
Un altro mito lo vuole figlio di Penelope e di tutti i suoi pretendenti, con cui avrebbe avuto rapporti in attesa del marito.

Secondo altri ancora era figlio di Ermes e della capra Amaltea.
Secondo altre fonti era figlio di un amorazzo tra Zeus e la ninfa Callisto dal quale vennero alla luce Pan ed Arcade. In un'altra fonte lo si ritiene nato da Zeus ed Ybris, pura astrazione. Un'altra versione, sostenuta da Igino, afferma che Zeus, dopo essersi unito ad una capra di nome Beroe, le diede un figlio, il dio Egipan, ovvero la forma caprina di Pan.

Un suo mito narra del suo amore per la ninfa Eco dal quale nacquero due figlie, Iambe e Iunce.
Pan non viveva sull'Olimpo: era un dio terrestre amante delle selve, dei prati e delle montagne. Preferiva vagare per i monti d'Arcadia, dove pascolava le greggi e allevava le api.
Pan era un dio perennemente allegro, venerato ma anche temuto. Legato in modo viscerale alla natura ed ai piaceri della carne, Pan è l'unico dio con un mito sulla sua morte. La notizia fu diffusa da Tamo, un navigatore, e portò angoscia e disperazione nel mondo.
Fonte Wikipedia

Il satiro, in greco antico: σάτυρος, sátyros, è una figura mitica maschile che abita boschi e montagne. Divinità minore, personificazione della fertilità e della forza vitale della natura, connessa con il culto dionisiaco. Nell'antica religione romana è noto come "fauno".

«Talora mi è parso di scorgere, lassù in alto, su una roccia, la schiena del vecchio Pan, anche lui in agguato. Ma da lontano lo si sarebbe potuto prendere per un sasso o per un vecchio tronco d'albero rinsecchito. Poi non lo si vide più, sebbene il suo zufolo continuasse a risuonare. Si era trasformato in melodia. Si era riversato nel fremito dell'aria che, mentre la dea si spogliava, andava impregnandosi del suo sudore e palpitava del profumo delle sue ascelle e del suo grembo.» Il bagno di Diana di Pierre Klossowski

Le misure sono espresse in Cm. e Kg.
Larghezza: 25
Altezza: 58
Profondità: 24
Peso: 9
Manifattura: Toscana / Tuscany
Materiale: Terracotta Impruneta (Florence)
Base quadrata - lato x lato: 25 X 25
Base rotonda diametro Ø: 19


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